Maturità, dal 2026 con il rifiuto dell’orale bocciatura automatica

Gli esami di Maturità 2026 vedranno una serie di novità, a partire dal giorno di inizio: la prima prova scritta sarà infatti giovedì 18 giugno, generalmente si iniziava di mercoledì. E poi il nome: non più esame di Stato ma appunto esami di Maturità. Il grado di crescita complessiva dell'allievo, la multidisciplinarietà della prova orale, ovvero la capacità di saper passare da un argomento all'altro, l'educazione civica, l'alternanza scuola-lavoro (oggi Ptco), avranno maggiore peso nella nuova prova, come delineato dal decreto che domani andrà all'attenzione del consiglio dei ministri.
Condotta
Poi, come già è avvenuto da quest'anno scolastico, il voto in condotta sarà determinante nell'ammissione all'esame: per avere il massimo del credito scolastico servirà il 9 in condotta e chi ha la sola sufficienza dovrà elaborare una tesina da portare all'orale su materie di cittadinanza attiva e solidale. Con un voto inferiore a 6 in condotta non si verrà proprio ammessi all'esame. Gli altri criteri per l'ammissione, dovrebbero continuare ad essere la partecipazione alle prove nazionali Invalsi, che si svolgeranno in primavera, il completamento dei percorsi per le competenze trasversali e l'orientamento e la sufficienza in tutte le discipline.
Rifiuto
Altro punto centrale, chi si rifiuterà volontariamente di partecipare al colloquio, pur avendo completato le prove scritte – come è avvenuto in alcuni casi durante gli ultimi esami di Stato – dovrà ripetere l'anno scolastico mentre finora era possibile essere promossi, pur non sostenendo gli orali, grazie ai crediti ottenuti e alle prove scritte. Plaudono alla riforma i presidi di Anp. «La proposta di riforma è in linea con il percorso formativo e di apprendimento degli ultimi anni: si tratta di un approfondimento dei livelli raggiunti, delle competenze, delle capacità di muoversi tra le discipline, mostrando la vera maturità che ci si aspetta al termine del percorso formativo», dice Cristina Costarelli, presidente dei presidi di Anp del Lazio, secondo la quale è anche corretto prevedere l'obbligatorietà della prova orale a cui alcuni studenti si sono sottratti nell'ultimo esame di Stato, in forma di protesta.
Pareri
Per i presidi, infatti, «l'esame in quanto tale deve essere svolto nella sua interezza». La bocciatura arriva invece dalla Rete degli studenti. Il sindacato studentesco annuncia la mobilitazione contro il ministro Valditara «e contro il suo modello di scuola autoritaria, repressiva e che non tiene conto delle esigenze della comunità studentesca». L'Unione degli studenti sottolinea invece il fatto che «nessun confronto è stato aperto con gli studenti. Nessuno ci ha chiesto cosa pensiamo». «Il Ministro si riempie la bocca di "educazione civica", ma nella pratica spazi di discussione e partecipazione vengono repressi, non ascoltati», lamenta Federica Corcione, dell'esecutivo nazionale dell'organizzazione.
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