Manuel Cantoni è scomparso da quasi due mesi: «Chi sa parli»

Barbara Fenotti
L’appello e l’angoscia del fratello e della mamma del 38enne di Collio, sparito a Bovegno a inizio agosto: «Abbiamo paura»
Manuel Cantoni
Manuel Cantoni
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Non sapere se Manuel stia bene, se è vivo, diventa ogni giorno sempre più logorante. Adesso chi sa parli».

Pronuncia queste parole con la preoccupazione e la tristezza negli occhi Alessandro Cantoni, il fratello del 38enne di San Colombano (Collio Valtrompia) scomparso nel nulla lo scorso 2 agosto dopo aver lasciato il furgone del lavoro parcheggiato a Bovegno.

Sono ormai quasi due mesi che l’uomo, padre di due bambine, manca da casa e non dà alcun segnale alla famiglia, che lo sta aspettando. Tutti, dal fratello alla mamma Susanna, passando per la zia Giusy e lo zio Narciso, si svegliano ogni mattina con la speranza di ricevere sue notizie. «Anche se c’è qualche problema, torna comunque: lo risolviamo insieme come abbiamo sempre fatto» è l’accorato appello lanciato dai parenti dello scomparso in più di un’occasione, compresa quella che li ha visti comparire davanti alle telecamere del programma «Chi l’ha visto» lo scorso 18 settembre.

La paura

Col passare dei giorni c’è una domanda che si fa sempre più insistente: «Qualcuno gli avrà fatto del male?». L’eventualità che possa essere accaduto non è poi così remota, soprattutto se si considera che il giorno della sua scomparsa nel pomeriggio Manuel aveva telefonato alle sue bimbe per ricordare loro di prendere gli scarponcini in vista della gita in montagna programmata per il giorno successivo.

Non solo: pare che il 38enne, separato dalla moglie, avesse più di un conto in sospeso nelle sue zone e, addirittura, sembra che non dormisse più a casa della mamma, bensì in quella della zia, perché mesi addietro qualcuno aveva fatto irruzione dell’abitazione di famiglia per aggredirlo.

«Manuel qualche sbaglio l’ha commesso, ma nulla che non si possa più aggiustare» torna a ribadire il fratello Alessandro mentre è seduto accanto a mamma Susanna, che è tormentata da un dettaglio in particolare: il cellulare localizzato il giorno successivo alla scomparsa nella Bergamasca.

«L’avrà riacceso lui? - si domanda, angosciata, la donna -. Oppure è nelle mani di qualcun altro?». Una risposta a questa domanda, a quasi due mesi dalla sparizione di Manuel, ancora non c’è.

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