«Mantulì»: l’arte suona da Barone Pizzini e ridà voce ai vigneti

L’arte a 360 gradi - suono, concetto, scienza, ricerca e materialità - tra i filari di Franciacorta per incontrare e rinnovare la tradizione agricola.
È la nuova frontiera di Barone Pizzini, storica cantina di Provaglio d’Iseo, che ha presentato «Mantulì», dal nome della brezza leggera che dal Sebino rinfresca le colline di Franciacorta. «È un’opera sonora unica e irripetibile che restituisce voce ai vigneti», spiega il Ceo di Barone Pizzini, Silvano Brescianini. L’obiettivo è molto concreto: avvolgere di arte e cultura tutto il mondo del vino, andando nel contempo incontro alle esigenze dell’enoturismo, sempre più una degli assi portanti delle bollicine franciacortina.
La tendenza
«Nell’ultimo anno – aggiunge Brescianini – abbiamo avuto complessivamente oltre 9mila visitatori. La presenza in cantina si è molto evoluta con il passare del tempo. Se, negli anni Novanta, si trattava sostanzialmente di vedere i luoghi di produzione e di effettuare degustazioni, oggi la richiesta è quella di raccontare la nostra storia e quella del luogo in cui nasce il vino: chi siamo, cosa facciamo, come e perché. C’è tutta una dimensione culturale, tesa verso il bello in senso più ampio, che ci ha spinto in questa direzione».

«Mantulì -Polifonie. Estetica del suono» è stato realizzata dagli artisti torinesi Enrico Ascoli e Hilario Isola, da tempo impegnati in un lavoro di ricerca artistica sulla sostenibilità nelle pratiche agricole e sulla tutela del paesaggio.
L’opera, posizionata all’interno della barricaia (l’ultimo piano della cantina, 12 metri sottoterra) è composta da una doppia scultura di rame con trombe incrociate e rivolte verso l’alto; un mix tra due solforatrici e due coleotteri giganti.
Dispositivi sonori indossabili, costruiti cioè su misura - e manualmente - per essere attivati con il corpo, in relazione diretta con il vigneto. Il tutto riprendendo le numerose ricerche scientifiche che mostrano le molecole interagire positivamente con il suono.
Per dimostrarlo, Enrico Ascoli e Hilario Isola hanno realizzato una performance - senza pubblico - tra i filari del cru Pian delle Viti, durante la quale le sculture hanno emesso una polifonia profonda e organica, registrata da un drone che ha documentato ogni gesto dall’alto, a disposizione anch’esso dei visitatori. «L’idea – hanno spiegato artisti e curatori – è quella di... irrorare la vigna di musica e suono, utilizzando materiali e tecniche manuali», riprese da quel mix di sapere contadino e innovazione tecnologica ancora oggi cifra del Franciacorta.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato
@News in 5 minuti
A sera il riassunto della giornata: i fatti principali, le novità per restare aggiornati.
