Maltrattamenti in famiglia, il gip contro la pm: «Non archiviare»

Per la Procura nessun «stato di sopraffazione ai danni della donna» vittima dell’ex marito
Il gip ha firmato un'ordinanza di imputazione coatta © www.giornaledibrescia.it
Il gip ha firmato un'ordinanza di imputazione coatta © www.giornaledibrescia.it
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Per paura che l’ex marito potesse portarle via i loro due bambini, era arrivata a cambiare casa e a ottenere il trasferimento da un luogo di lavoro ad un altro. Non solo, il timore di andare a scuola e di non trovare i figli l’aveva portata addirittura a nascondere dei dispositivi gps nelle loro scarpe.

Ma per il sostituto procuratore, che ha seguito il caso, non ci sarebbe stato uno stato di «sopraffazione ai danni della donna, vista la sua reattività» nel denunciare i presunti maltrattamenti. E anche per questo motivo, oltre che «per la sporadicità degli eventi», la pm aveva chiesto l’archiviazione.

«Cosa avrebbe dovuto fare la mia assistita? Forse avrebbe dovuto rimanere a subire persecuzioni, ricevendo visite inopportune o addirittura non denunciare quello che accadeva?», si chiede il legale della donna di 38 anni, l’avvocato Michele Monteleone, che si è opposto alla richiesta di archiviazione, incontrando il parere favorevole del gip.

L’ordinanza

Con ordinanza di imputazione coatta, infatti, il giudice per le indagini preliminari ha disposto il processo per maltrattamenti in famiglia – in questo reato rientrano anche gli atti persecutori denunciati dopo la separazione dei due coniugi – nei confronti dell’uomo.

Per il gip, infatti, «le condotte non risultano affatto essere state realizzate in modo sporadico o occasionale, ma risultano essersi ripetute nel corso di un arco temporale significativo e apprezzabile, oltre sei mesi, che hanno certamente generato uno stato di profonda sofferenza e prostrazione, imponendo alla donna di modificare luogo di dimora, luogo di lavoro e di sorvegliare i figli tramite l’aiuto dei propri genitori e delle maestre».

I fatti

La vicenda, che ha come teatro la città, è iniziata nell’agosto del 2021, quando la donna aveva comunicato al marito l’intenzione di separarsi. In quel periodo l’uomo aveva più volte minacciato la moglie di portarle via la figlia più grande.

«Ma la situazione è peggiorata nel gennaio del 2022, quando a casa dei nonni materni il padre ha tentato di portare via la figlia. Un episodio che ha terrorizzato la mia assistita», aggiunge l’avvocato.

Infatti, la donna dopo quella giornata si è rivolta anche a un consultorio e in seguito al centro antiviolenza Casa delle donne di Brescia.

Dal 19 ottobre 2022, giorno della separazione giudiziale, l’uomo non si sarebbe fatto vedere per circa venti giorni, saltando anche le visite programmate. Ma, stando alla querela depositata il 29 maggio dell’anno scorso – anche se l’ultima in ordine di tempo, sempre per casi analoghi, è di soli pochi giorni fa –, l’ex marito avrebbe continuato a minacciare la donna, prendendo addirittura in affitto una casa proprio davanti alla residenza coniugale. L’uomo poi si sarebbe presentato anche fuori da scuola, richiedendo addirittura l’intervento della Polizia locale.

Insomma, una serie di comportamenti che hanno portato la donna a vivere nella paura per diverso tempo. Proprio per questo l’anno scorso ha deciso di recarsi dai carabinieri e denunciare tutto quanto.

«Sempre nell’assoluto rispetto del principio della presunzione di innocenza previsto dalla nostra Costituzione – conclude l’avvocato –, sono molto soddisfatto che questa vicenda verrà ricostruita davanti a un giudice per verificare se sussista o meno la responsabilità penale di questa persona, vista la sofferenza procurata a una donna che tuttora mantiene i propri figli in totale solitudine».

L’aggressione

Ma c’è un episodio più grave di tutti gli altri, una vicenda per la quale l’anno scorso l’uomo è stato condannato dal Tribunale di Brescia a 6 mesi di reclusione. Nel marzo del 2023, dunque dopo la separazione, era tornato a casa dalla ex moglie colpendola con un pugno al viso e un calcio alla gamba. Una scena violenta commessa proprio davanti ai figli. Per questo il Tribunale civile di Brescia ha disposto l’affidamento super esclusivo dei due bambini alla loro mamma.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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