Maddalena come il Trentino? La Loggia ci prova con due palinsesti

Nessuno lo sa, perché è un rimuginare che non si vede e che non è neppure troppo facile da spiegare: non c’è un disegno da mostrare, non ci sono cifre esorbitanti da esibire o un prodotto nuovo da pubblicizzare. Ma negli uffici comunali sono mesi che si lavora dietro le quinte.
Il dirigente dell’assessorato alla Transizione ecologica la spiega così: «E se salendo in Maddalena, iniziasse a sembrarci un po’ di essere in Trentino: con i sentieri in ordine, le zone naturalistiche curate, uno spazio preciso per ogni attività sportiva, ma senza sacrificare i tesori naturalistici?».
Per Carlo Lazzaroni è un sogno che racconta con i piedi di piombo, ci scherza lui stesso («la Maddalena come il Trentino è una bella sfida per un settore...»), sa che serve cautela. Ma di fatto, quel lavoro «che non si vede» e «non è facile da spiegare» è, in parte, esattamente questo: trasformare il monte di casa da zona franca a meta di tutti, attrattiva anche e proprio perché rispettata.
Per farlo, l’assessora Camilla Bianchi (Ambiente), Andrea Poli (Commercio e turismo) e Alessandro Cantoni (Sport) hanno unito i team e fatto sistema (negli ultimi mesi si è aggiunto l’apporto della consigliera delegata Laura Giuffredi). L’epilogo è un progetto diviso in due parti: da un lato la realizzazione di un vero cartellone di tutte le attività (corsi, manifestazioni, escursioni, gare) programmate in Maddalena. Dall’altro, una pianificazione che guardi all’ecologia e al turismo naturalistico (attività ricettive incluse) e che garantisca a ciascuno il suo spazio.
Obiettivi
A mettere la firma su questo «secondo tempo» della montagna dei bresciani non sarà però solo il Comune. Anzi: palinsesto e necessità saranno disegnati collegialmente. Insieme a chi ci sta: associazioni che già hanno collaborazioni e contatti con la Loggia, ma anche realtà a cui piacerebbe sviluppare nuovi progetti o corsi.

Il momento per alzare la mano e partecipare è questo (si può scrivere all’assessorato all’Ambiente), mentre la data da segnare sul calendario è quella del 4 settembre: nella Sala del Camino, un centinaio di persone (per ora sono una cinquantina le associazioni che hanno aderito al percorso per rilanciare il monte) si ritroveranno attorno a un tavolo di lavoro operativo, che scandirà priorità e passerà in rassegna proposte e prospettive. Tre le mosse iniziali. Uno: si studieranno le vocazioni idonee in base agli spazi e al contesto ambientale per salvaguardare l’ecosistema. Due: si scriveranno delle regole per la fruizione degli spazi (a partire dalla pulizia fino ad arrivare alla manutenzione). Tre: si strutturerà «l’agenda» delle manifestazioni, che saranno integrate (disponibilità delle associazioni permettendo) a una serie di altre attività.
Qualche esempio è già possibile farlo: la Maddalena potrebbe diventare meta di alcuni corsi sportivi per grandi e piccoli, con istruttori e società sportive in grado di tenere lezioni di arrampicata, alpinismo, bike, nordic walking, parapendio e via discorrendo. Per non parlare dell’escursionismo (incentivato da un lavoro ulteriore sulla segnaletica), dell’opportunità di rendere periodiche (e incanalate nel tabellone annuale) le visite guidate alle grotte e di una serie di iniziative ricreative dedicate a bambini e ragazzi.
Rispetto
«La volontà - spiega l’assessora Camilla Bianchi - è di non escludere nessuno, ma al contempo di fare sì che chi non rispetta spazi e luoghi, con il suo comportamento impedisca ad altri di recarsi in Maddalena».
Un esempio? Chi pratica downhill (una disciplina del mountain biking che si concentra sulla discesa a tutta velocità cercando percorsi montuosi, curve, salti) e oggi sfreccia a tutta velocità, potrà continuare a farlo, ma in futuro avrà con molta probabilità un percorso dedicato, evitando così di ostacolare gli escursionisti o di rovinare sentieri da poco sistemati.
In pochi poi sanno che ci sono diversi sentieri che traguardano in grotte meravigliose, come la Tampa: l’assessora Bianchi, partendo da Caionvico, si è inerpicata per un sopralluogo qualche settimana fa: «Un luogo stupendo, rovinato purtroppo dall’inciviltà, abbiamo riempito interi sacchi di rifiuti abbandonati». (Anche) per questo è fondamentale coniugare fruizione e tutela.
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