Liceo Golgi di Breno nel caos: in 8 lasciano una classe

Una mamma: «Condizioni psico didattiche non più sostenibili». La solidarietà di 60 insegnanti
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Breno, polemiche al Golgi
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Al liceo Golgi di Breno, da qualche tempo, non c’è affatto un bel clima. Emerge che – su questioni organizzative, ma soprattutto didattiche ed educative – si è creata una spaccatura che vede contrapporsi da un lato il preside, il suo vice e alcuni professori e dall’altro i restanti componenti del corpo docente. Ma ci sarebbero parecchi malumori anche tra i genitori e gli studenti. L. C., dal suo osservatorio di mamma (e psicologa) di un alunno che ha lasciato la scuola con altri sette compagni di classe e ha sintetizzato la complessa e delicata situazione in una lettera diffusa nei giorni scorsi. In risposta, 60 professori hanno firmato e inviato ieri alla stampa un’altra lettera in cui esprimono preoccupazione e solidarietà alla mamma. Queste non sono le sole due lettere in cui docenti, genitori e studenti hanno espresso in queste settimane il loro malcontento: della questione è stato informato anche l’Ufficio scolastico provinciale e regionale, che si starebbe muovendo, e, anche, gli amministratori valligiani e provinciali.

La lettera di una mamma

Mamma L., nella lettera di fine novembre, ha parlato di «condizioni psico-didattiche non sostenibili», del silenzio del preside e del fatto che il docente, recentemente promosso a vicepreside, abbia «fatto pesare le difficoltà a chi non riesce, usando espressioni mortificanti e facendo vacillare la sicurezza degli studenti (adolescenti, tra l’altro) non solo da un punto di vista scolastico, ma anche personale e psicologico, cosa che trovo ancora più grave. Ripetutamente ha ribadito a ragazzi e genitori che alcuni alunni avrebbero dovuto andarsene perché non adatti a un liceo. Se è pur vero che ognuno ha le sue predisposizioni e attitudini – prosegue la lettera – e che non ci sono scuole di serie A e serie B (e mi auguro lo pensiate anche voi), resto comunque perplessa che un docente ribadisca a un alunno, pensando di essere nel giusto territorio educativo, la sua incapacità, invece di aiutarlo a esprimere al meglio i suoi talenti e a comprendere come valorizzarli».

La solidarietà dei docenti

È a questo punto che alcuni docenti hanno preso carta e penna: «È stato doloroso leggere in questi giorni la lettera coraggiosa di una madre in merito alla situazione di una classe seconda del nostro liceo, a seguito della quale abbiamo appreso di una situazione difficile che coinvolge anche studenti di altre classi. Esprimiamo pertanto la nostra solidarietà agli studenti, alle loro famiglie e a tutti coloro che, facendo la stessa difficile scelta, hanno lasciato silenziosamente il liceo che avevano scelto e nel quale avevano creduto». E ancora: «La scuola in cui ci riconosciamo è quella dell’inclusione e della formazione, della quale continueremo a difendere i principi».

Ci sono anche questioni organizzative oggetto di scontri aperti tra il preside e il consiglio d’istituto, ieri è stata diffusa una circolare che apporta alcune novità. La principale è il ripristino della storica divisione biennio-triennio in due sedi distaccate: dopo le vacanze di Natale in via Martiri della Libertà ci saranno le classi del primo biennio, nello stabile di via Folgore le altre.

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