Cronaca

L’ex allenatrice di ginnastica ritmica chiede scusa: la lettera integrale alle sue atlete

Queste le parole scritte da Stefania Fogliata che ha patteggiato la condanna a due anni per maltrattamenti
Atlete di ginnastica ritmica (foto simbolica) - © www.giornaledibrescia.it
Atlete di ginnastica ritmica (foto simbolica) - © www.giornaledibrescia.it
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Due anni per maltrattamenti. Questa la condanna patteggiata da Stefania Fogliata, l’ex allenatrice di ginnastica ritmica denunciata da alcune sue atlete.

In una lettera, che riportiamo integralmente, la donna si scusa pubblicamente per i suoi comportamenti.

La lettera

«In questi mesi di astensione forzata dal mio lavoro di allenatrice ho capito molte cose.

In sintesi ho compreso di non essere in grado di allenare ragazze che, affascinate dalla ginnastica ritmica e predisposte, inizialmente, a questo sport, desiderano arrivare ad alti livelli sognando un posto nella nazionale italiana o di partecipare alle Olimpiadi.

Ho compreso che allenamenti di 8 ore al giorno, saltando saltuariamente le lezioni scolastiche, non sono idonei alla crescita psicologica delle ragazze.

Non sono riuscita ad accorgermi dell'insorgere di alcuni problemi psicologici che avrebbero avuto necessità di approfondimento professionale.

Avrei dovuto mettere da parte l'agonismo e la costanza di allenamenti intensi volti al raggiungimento di sogni che, erroneamente, captavo come condivisi, in favore della salute psichica e della loro crescita personale.

Chiedo scusa alle loro famiglie per non essere stata la guida psicologica e umana che volevano e che pensavano per tanto tempo io fossi.

Chiedo scusa per aver avuto dei comportamenti inappropriati sia per le età delle ragazze che ho allenato sia talvolta nel linguaggio e nei modi per correggere quelli che consideravo errori tecnici o di impegno a svolgere allenamenti e gare agonistiche.

Chiedo scusa anche per i modi con i quali talvolta ho interloquito con i loro genitori, per non essere stata sempre disponibile e presente ai colloqui richiestimi. Capisco oggi che per la ricerca del perfezionismo nell’eseguire gli esercizi ho creato frustrazione nelle giovani atlete anche non tenendo conto del bisogno di riposo di ognuna.

Chiedo scusa per aver preteso un'educazione alimentare che io reputavo corretta ai fini sportivi parlandone dapprima con le ragazze e solo in seguito con i genitori.

Chiedo scusa per non aver seguito i consigli di alcuni genitori riguardanti la preparazione fisica delle ginnaste.

Chiedo scusa per aver mandato ai genitori video di comportamenti della propria figlia, da me ritenuti irrispettosi, creando disagio.

Chiedo scusa se a volte ho insistito sulla buona educazione da tenere in gara scavalcando così il ruolo che oggi mi è chiaro compete unicamente ai genitori

Non voglio incolpare il mondo della ginnastica per i miei errori ma me stessa per non aver cercato di mantenere l'aspetto ludico contemporaneamente all'agonismo, capisco oggi che sono stata influenzata negativamente dai metodi di allenamento che io stessa ho subito quando ero una giovane atleta.

Nonostante le molte proposte lavorative ricevute in questi mesi, sia in Italia che all'estero, ho deciso di abbandonare l'attività di allenatrice, la mia passione, poiché penso che il sacrificio che la ginnastica richiede a persone cosi giovani, dovendosi allenare molte ore al giorno (proprio come nelle proposte lavorative arrivatami) non è salutare per la loro crescita psicologica. Ammetto di non essere stata in grado di percepire i cambiamenti emotivi che le bambine sviluppano nel passaggio dall'infanzia, momento in cui iniziano a praticare ginnastica, all'adolescenza.

Un allenatore lavora con molte bambine in uno stesso gruppo e al fine di non causare più alcun problema a ragazze molto diverse tra loro, mancando di accortezza verso i loro bisogni psicologici, in un ambito che nonostante il sacrificio che il mondo agonistico richiede, dovrebbe rimanere semplice attività fisica e divertimento, ho deciso di abbandonare questa mia passione che sino ad oggi ha occupato tutta la mia vita.

In conclusione spero che tutte le ragazze possano trovare i giusti sostegni che riescano a non sentirsi in colpa e, nel caso di prosecuzione dell'attività agonistica della ginnastica ritmica trovino sulla loro strada persone idonee a contribuire in modo equilibrato alla loro crescita sportiva e umana. Faccio nuovamente le mie scuse».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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