Lettera da Canton Mombello: «Bozzoli a Bollate perché è un caso mediatico»

All’indomani del trasferimento di Giacomo Bozzoli a Bollate, è un uomo detenuto a Canton Mombello a prendere carta e penna per scrivere al Giornale di Brescia. Lo fa con toni pacati ma senza usare mezzi termini: «Esistono detenuti di serie A, di serie B e anche di serie C».
Chi firma la lettera parla di un’insofferenza dei carcerati verso la diversità di trattamenti riservati a chi, come il 39enne condannato all’ergastolo in via definitiva per l’omicidio dello zio Mario, diventa un «caso mediatico». Solo ad alcuni, è l’argomento della missiva, viene data la possibilità di trasferirsi così velocemente nel carcere ritenuto dai detenuti di Canton Mombello «un hotel». Scrive il detenuto: «Bozzoli dopo aver ucciso lo zio – perché così dice la sentenza definitiva – sembra lui la vittima e per paura di un suicidio lo trasferiscono a Bollate alla faccia dei 56 detenuti morti suicidi quest'anno».
Ecco il testo integrale.
La lettera
Sono un detenuto e conosco le dinamiche del carcere. Quando viene emessa una sentenza definitiva come l'ergastolo, la prassi vuole che il detenuto venga trasferito da una Casa Circondariale ad una casa di Reclusione.
Per questo il signor Bozzoli è stato trasferito. Ed è andato nel carcere modello di Bollate.
Per poter arrivare a Bollate i detenuti condannati devono seguire uno specifico programma trattamentale. Noi detenuti lo consideriamo un hotel. Ora è il momento di dire basta. Esistono detenuti di serie A, di serie B e anche di serie C. Non credo sia corretto che il signor Bozzoli dopo sette ore di Canton Mombello sia stato trasferito nel miglior carcere d'Italia a fronte di gente che è dovuta transitare per anni dal carcere milanese di Opera. Ora basta, ogni volta che succede un caso mediatico, vengono concessi trattamenti di favore.
Vedi anche il caso di Chico Forti che in tempo zero è riuscito ad andare a trovare la madre. Io mia madre l'ho vista chiusa in una bara perché dovevo scegliere se recarmi alla veglia o se recarmi al funerale. Ora basta. C’è una rabbia generale tra i detenuti. Forti arriva e fa il giro del carcere accolto come un martire e poco dopo la Procura ha aperto un'inchiesta contro di lui in merito ai presunti favori chiesti ad ‘ndranghetisti per fare zittire i giornalisti che parlano male di lui.
Bozzoli dopo aver ucciso lo zio – perché così dice la sentenza definitiva – sembra lui la vittima e per paura di un suicidio lo trasferiscono a Bollate alla faccia dei 56 detenuti morti suicidi quest’anno.
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