Cronaca

Voci «Oltre» le sbarre, a Brescia due incontri con i detenuti

Sono passati 50 anni dalla legge che cambiò le carceri. La direttrice degli istituti bresciani Lucrezi: «Le sinergie aiutano a superare i limiti delle strutture»
Il carcere Nerio Fischione di Canton Mombello - © www.giornaledibrescia.it
Il carcere Nerio Fischione di Canton Mombello - © www.giornaledibrescia.it
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Due occasioni per ascoltare le voci di chi è detenuto negli istituti penitenziari cittadini. E per conoscere il lavoro quotidiano che cooperative e associazioni, insieme ai volontari, svolgono all’interno del carcere con l’intento di dare, o meglio, cercare di dare piena attuazione alla Legge sull’Ordinamento penitenziario che compie 50 anni. Sono i due appuntamenti, in programma il 7 e il 15 ottobre, promossi non solo dalla Direzione degli istituti penitenziari, ma anche da Comune, Casa della memoria, Fondazione comunità bresciana e realtà quali Fraternità sistemi, Cooperativa Bessimo, Comunità fraternità, Carcere e territorio, Arborea, Volca e Cooperativa Fontana.

Missione

«La Riforma 354/1975 – ha spiegato il vicesindaco Federico Manzoni – fu innovativa e anticipatrice, e ancora deve essere del tutto attuata». Per la direttrice degli istituti penitenziari bresciani Francesca Paola Lucrezi «quella legge è un faro che continua a illuminare noi operatori e a dare un senso a ciò che si fa in carcere. Ci sono limiti oggettivi dovuti alle strutture, ma con la collaborazione e la creatività delle tante realtà coinvolte si possono ampliare gli spazi e i tempi delle azioni, attraverso attività che si fanno moltiplicatrici di opportunità».

I tempi rispetto al ’75 sono cambiati, così com’è «cambiata la popolazione detenuta, i bisogni sono diversi e diverse sono le istanze sociali che purtroppo rimangono inascoltate e che determinano, probabilmente, anche la situazione dell’attuale sovraffollamento. Gli istituti – continua Lucrezi – sono una raccolta di persone che delinquono, ma anche di persone che sono tenute ai margini».

Riabilitazione

Tema che invita alla riflessione, «che non sia solo di pancia, ma di testa». Soprattutto perché «non esiste solo l’aspetto punitivo del carcere, ma anche quello riabilitativo come previsto dalla Costituzione», ha continuato il presidente del Consiglio comunale Roberto Rossini. «Parlare di carcere è parlare di giustizia riparativa, missione di Casa della Memoria –ha aggiunto Manlio Milani –; si deve riconoscere l’autore di reato come una persona».

Da qui i due appuntamenti di «Oltre»: il 7 alle 20.30 al Sociale con tre performance dei detenuti e delle detenute, grazie alla collaborazione con Giusy Turra (biglietto 5 euro); e la giornata «Praticare la riforma carceraria», il 15 dalle 18 al Mo.Ca con la mostra di quanto realizzato nei laboratori artistici e terapeutici della Casa circondariale, la proiezione di due cortometraggi e un talk alle 20.30 con la direttrice Lucrezi, Pietro Buffa criminologo e Renzo Taglietti di Comunità fraternità, moderati da Marco Dotti di Cooperativa Bessimo.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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