La vicenda della Corda Molle va avanti da 30 anni, fra burocrazia e stop forzati

Trent’anni. Tanto è il tempo passato dal primo atto formale per la costruzione dell’opera alla sua conclusione. In mezzo progetti rifatti e rifatti, intoppi burocratici, discussioni con gli enti locali, liti giudiziarie. Una storia, tuttavia, neanche troppo tribolata se pensiamo alla sedicente autostrada della Valtrompia.
L’ipotesi Corda Molle diventa ufficiale ai primi di luglio del 1994. Provincia di Brescia e Regione firmano l’intesa per chiudere l’anello sud del capoluogo. L’idea è di sfruttare l’asse della Sp 19, allora in fase di completamento fra Ospitaletto e Capriano del Colle. Si pensa di prolungarla fino alla Fascia d’oro, collegando la strada con il casello di Brescia Est della A4 e la 45bis. Non solo. Sul tavolo c’è anche l’ipotesi di allargare la Sp 19 da Ospitaletto a Concesio. Il tutto sarebbe realizzato da Centropadane, la società che gestisce la A21, partecipata al 34% da Provincia, Comune e Camera di Commercio di Brescia. Lo scopo dell’intera operazione è creare una gronda che alleggerisca la città dal traffico.
Tuttavia, passano sei anni prima che l’intervento venga definito, per altro con varianti significative. Nell’agosto del 2000 la proposta si arricchisce. Centropadane è pronta ad investire più di 300 miliardi di vecchie lire per raddoppiare la Sp 19, trasformandola in raccordo autostradale fra il casello della A4 a Ospitaletto e il nuovo casello della A21 da costruire fra San Zeno e Poncarale. In più, si prevede il prolungamento fino all’aeroporto di Montichiari, aperto nel 1999. Il progetto è fortemente voluto, oltre che da Centropadane, dal presidente della Provincia, Alberto Cavalli, e dal suo assessore ai Lavori pubblici (e vicepresidente di Centropadane) Mauro Parolini.
Progetto
Nel marzo 2003 il Consiglio di amministrazione di Centropadane approva il progetto: 30 km, quattro corsie, niente caselli e barriere, costo 224 milioni. Si pensa di appaltare l’opera nel 2004, due anni e mezzo di lavori e apertura nel 2007. Calcoli molto ottimistici. Comincia l’iter per le varie procedure, con numerose contestazioni da parte di Coldiretti, associazioni ambientaliste, partiti di estrema sinistra. Nel marzo 2005, comunque, anche il Cipe (Comitato interministeriale per la programmazione economica: il Governo) dà il via libera alla Corda Molle. Adesso bisogna stendere il progetto esecutivo. Nel frattempo si può partire con il cantiere del nuovo casello A21 a Poncarale, che viene inaugurato il 15 settembre 2008. Sono serviti due anni di lavoro e 15 milioni. Due anni prima, nel luglio 2006, è stato invece approvato il progetto esecutivo della Corda Molle. L’importo complessivo è salito a 345 milioni. L’intervento è diviso in due stralci: il primo di 17 km da Azzano a Castenedolo; il secondo di 13 km (è il raddoppio della Sp 19 fra Ospitaletto e Azzano). Nel settembre del 2008 si cominciano ad allestire i cantieri del primo pezzo; i lavori veri e propri cominciano a gennaio 2009. Per quelli del raddoppio, invece, bisogna attendere il gennaio 2011: operai in azione a Ospitaletto, Cazzago, Travagliato, Lograto, Torbole Casaglia e Azzano.
Inaugurazione
Finalmente il 3 febbraio 2012, in pompa magna, vengono inaugurati i 17 km della nuova strada fra Azzano e Fascia d’oro. I cantieri sono stati chiusi con nove mesi di anticipo, si pensa di concludere il secondo stralcio entro il 2013 in concomitanza con l’apertura di Brebemi (che in realtà apre nel 2014). Tuttavia, già durante la cerimonia di inaugurazione i responsabili di Centropadane lanciano il sasso nello stagno: va sciolta l’incognita della concessione. Quella di Centropadane per la gestione della A21, scaduta nel settembre 2011, è stata prolungata di due anni. Per ammortizzare gli investimenti già fatti e ancora da realizzare, sottolinea la società, servono garanzie sul rinnovo della gestione. La situazione precipita, dallo Stato non arrivano segnali positivi e un mese dopo, nel marzo 2012, Centropadane sospende i lavori per il raddoppio della Sp 19.
Passano inutilmente tre anni. Il costo dell’opera lievita, gli espropriati attendono di essere pagati, mentre i manufatti incompiuti lungo i 13 km denunciano i ritardi della burocrazia. A fine marzo 2015 la concessione viene affidata al Gruppo Gavio. Tutto a posto? Macché. Di rinvio in rinvio la concessione della A21 passa ad Autovia Padana (società appositamente creata da Gavio) nel febbraio 2018. Un anno dopo, nell’aprile 2019, viene riavviato l’iter per l’opera. Agli inizi del 2020 riprendono i lavori a partire da Fenili Belasi. Gli automobilisti rivedono in azione uomini e macchine. Si prevede la fine entro il 2022. Non è andata così, anche se adesso manca veramente poco.
Trent’anni, e ora le polemiche sul pedaggio.
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