La storia di Sonia: «Con i contratti temporanei non ci pagano le ferie»

Sonia è una donna non ancora quarantenne, cittadina italiana di origine africana. Lavora per una delle tante aziende sotto forma di cooperativa conto terzi in Franciacorta che assume prevalentemente donne, meglio se straniere, per operazioni di montaggio nel settore delle valvole termoidrauliche destinate alle grandi aziende della zona.
Sonia lavora da quasi vent’anni nello stesso luogo anche se l’azienda che l’assume ha cambiato almeno una decina di volte ragione sociale. «Il contratto di somministrazione (come un’interinale ndr.) che mi offrono ogni volta che cambiano ragione sociale è formalmente di circa 9 euro lordi, che significa 7,5 euro netti l’ora. Ma c’è il trucco».
Quale? «Per risparmiare sui contributi ti assumono formalmente part-time 20 ore a settimana, assicurata quattro ore al giorno e poi ti fanno fare 9-10 ore cinque giorni alla settimana e spesso il sabato mattina. Il resto è pagato in nero, con il netto però che resta uguale, vale a dire 7,5 euro l’ora. Inoltre il contratto è sempre temporaneo e guarda caso si interrompe sempre prima di agosto o prima della pausa natalizia. Così non ti pagano mai le ferie».
Ha provato a rivolgersi ai sindacati? «Certo, mi dicono di denunciare il datore di lavoro, poi però mi avvertono che così facendo il lavoro lo perderò e dico io difficilmente ne troverò un altro. In queste aziende preferiscono assumere donne extracomunitarie. Donne che pur di avere un lavoro accettano di prendere anche 5 euro l’ora».
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