La protesta degli agricoltori a Roma: 20 trattori anche da Brescia

Prosegue la mobilitazione anche nella nostra provincia: domani i manifestanti saranno ricevuti in Regione Lombardia
La protesta degli agricoltori davanti alla sede del Pirellino lunedì 5 febbraio - Foto Marco Ortogni Neg © www.giornaledibrescia.it
La protesta degli agricoltori davanti alla sede del Pirellino lunedì 5 febbraio - Foto Marco Ortogni Neg © www.giornaledibrescia.it
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Sono partiti anche da Brescia per raggiungere Roma e unirsi alla protesta nazionale degli agricoltori. Una ventina di trattori di «Riscatto agricolo» (allevatori di Ghedi, Castenedolo, Verolanuova e Ciliverghe), si sono staccati dal presidio che da sette giorni manifesta in via Maggia a San Polo, diretti a Roma, dove si stanno radunando centinaia di mezzi agricoli per «accerchiare la Capitale».

Dopo Bruxelles, nel mirino dei manifestanti anche lombardi, che dal 30 gennaio sono in presidio in diverse aree della regione (Brescia, Bergamo, Alto lago di Como e Valtellina, Voghera e Melegnano), sono finiti sia il governo regionale sia quello nazionale. «Se Meloni pensava di comprarci con gli 8 miliardi del Pnrr si sbagliava», ripetono in coro i manifestanti bresciani, che ieri pomeriggio per circa cinque ore hanno rallentato il traffico in via Lamarmora e bloccato per sessanta minuti la viabilità in via Dalmazia, di fronte alla sede locale di Regione Lombardia. «A Roma non hanno ancora capito chi siamo noi, che lavoriamo 365 giorni l’anno – tuona Mauro Sossi, tra i leader della protesta a Brescia –. Basta con sussidi e deroghe vogliamo che i nostri prodotti vengano pagati per quello che valgono, senza speculazioni sulle nostre spalle».

A una settimana dall’avvio del presidio, la protesta, anziché sgonfiarsi, prende sempre più corpo e a dimostrarlo sono i numeri. Finora non si erano mai visti tanti trattori tutti insieme per le vie della città e quello di ieri a Brescia è stato senz’altro il corteo più partecipato, con circa 200 mezzi e 400 persone, che al mattino hanno raggiunto il parcheggio dell’Invernici, il campo da rugby di San Polo, per dirigersi, verso le due, in fila indiana e a passo d’uomo verso il Pirellino.

Il tentativo di «alzare l’asticella», come paventato sabato scorso, non si è compiuto però fino in fondo. L’obiettivo dei manifestanti ieri era infatti l’autostrada, che avrebbero voluto bloccare per un paio d’ore per alzare il tono dello scontro. Ma il grave incidente accaduto in mattinata, con due morti sull’A21 all’altezza del casello di Manerbio, li ha fatti desistere. «Non volevamo creare altri problemi», ha detto Davide Pedrotti, portavoce del movimento bresciano, manifestando una comprensione che gli stessi uomini della Digos hanno riconosciuto.

Al mattino le trattative in Questura sono durate circa due ore, al termine delle quali è stato raggiunto un accordo e scelto la sede della Regione come luogo dove manifestare. Un luogo simbolico, che non è stato individuato a caso. Domani infatti i leader lombardi della protesta saranno a Milano per un incontro con il consigliere di Fratelli d’Italia, Carlo Bravo, vicepresidente della commissione Agricoltura. Alle 11.30 è stata convocata una seduta speciale della commissione alla quale dovrebbero partecipare anche alcuni delegati di «Riscatto agricolo» e, forse, qualche esponente delle associazioni di categoria.

Alle sigle bresciane di Confagricoltura, Coldiretti, Copragri e Cia (confederazione italiana agricoltori) è, infine, rivolto l’ennesimo invito spedito per il tramite della Prefettura ieri mattina. «Vogliamo sederci intorno a un tavolo con loro per trovare una mediazione», ha ribadito Davide Pedrotti. Incontro senza il quale il presidio in via Maggia non smobilita. Si va avanti a oltranza. 

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