La Procura: «Al Brescia Calcio venduti crediti senza contratto»
«La cessione dei crediti d'imposta a favore del Brescia Calcio veniva effettuata in maniera irregolare, non essendo stato sottoscritto un contratto nella forma dell'atto pubblico o della scrittura privata». È quanto ipotizza la Procura di Brescia con i pm Benedetta Callea e Iacopo Berardi, titolari dell'inchiesta per riciclaggio e commercializzazione di crediti inesistenti.
Gli indagati
Ci sono 25 indagati tra cui il Brescia calcio, il presidente del club Massimo Cellino, il commercialista Marco Gamba che ha seguito l'operazione di acquisto dei crediti di imposta. Indagato anche Gianluca Alfieri, il 25enne campano titolare del Gruppo Alfieri spv dal quale a febbraio e ad aprile il club calcistico bresciano aveva comprato crediti di imposta per pagare i contributi previdenziali.
La società di Alfieri

Per chi indaga, «la società Brescia Calcio non aveva rispettato gli obblighi di diligenza richiesti dal contraente/imprenditore nella scelta del gruppo Alfieri spv, laddove tale società, costituita il 9.10.2024, aveva un capitale sociale di soli 25mila euro dunque con una struttura del tutto incongrua rispetto all'ammontare dei crediti ceduti».
La risposta di Cellino
«Brescia Calcio e Massimo Cellino sono estranei all’organizzazione tesa alla commercializzazione di crediti fiscali e connesse attività di riciclaggio come confidano che sarà riconosciuto all’esito delle verifiche più approfondite da parte degli inquirenti, che auspicano siano le più rapide possibile» ha fatto sapere l’avvocato Giorgio Altieri legale di Massimo Cellino e del Brescia, indagato il primo e perquisita la società nell’inchiesta sulla compravendita di crediti di imposta.
«Abbiamo fornito massima collaborazione all’Autorità Giudiziaria per gli accertamenti di rito e intendiamo riconfermare di ritenerci parti offese rispetto ai fatti di cui all’indagine in corso» spiega il legale, che aggiunge: «Si ricorda che Brescia Calcio in data 20 maggio 2025 ha subito sporto denuncia-querela alla Procura della Repubblica di Brescia a seguito della notifica alla predetta società dello schema di atto da parte dell’Agenzia delle Entrate, che già conteneva la contestazione di utilizzo da parte della società in compensazione di crediti inesistenti, contestazione che è l’unica tutt’oggi esistente e in danno del presidente Massimo Cellino».
Per il difensore di Cellino «il presidente e la società Brescia Calcio sono del tutto ignari e, anzi, in assoluta buonafede rispetto alle compensazioni, peraltro integralmente pagate al cedente solo dopo il rilascio delle quietanze di pagamento per il tramite dei sistemi dell’Agenzia delle Entrate».
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