«Io ero», la mostra che racconta le storie dei morti sul lavoro nel Bresciano

A presentarla nella sua sede è stata la Cisl di Brescia. L’esposizione fa parte di una più ampia iniziativa a livello nazionale chiamata «Fermiamo la scia di sangue»
  • «Io ero», nomi e storie sui morti sul lavoro nel Bresciano
    «Io ero», nomi e storie sui morti sul lavoro nel Bresciano - Foto Gabriele Strada Neg © www.giornaledibrescia.it
  • «Io ero», nomi e storie sui morti sul lavoro nel Bresciano
    «Io ero», nomi e storie sui morti sul lavoro nel Bresciano - Foto Gabriele Strada Neg © www.giornaledibrescia.it
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    «Io ero», nomi e storie sui morti sul lavoro nel Bresciano - Foto Gabriele Strada Neg © www.giornaledibrescia.it
AA

Alex aveva 42 anni, lavorava come operaio irregolarmente in un'officina meccanica di Bagnolo Mella. La foto che gli è associata è una pila di pneumatici, perché è morto così l’1 maggio del 2023: travolto da una ruota caduta da una pila.

È una delle 36 storie raccontate su pannelli espositivi per la mostra «Io ero», un’iniziativa della Cisl di Brescia che vuole raccontare le «memorie di vite spezzate», quelle di persone morte sui luoghi di lavoro in provincia di Brescia negli ultimi due anni (gennaio 2022-primi due mesi del 2024). Uomini, quasi tutti, italiani e di origine straniera, con contratti a tempo indeterminato o determinato ma anche vittime del lavoro nero. Operai prevalentemente, ma anche dipendenti di aziende agricole, officine, autisti e guardie. 

L’esposizione, presentata oggi pomeriggio nella sede del sindacato in via Altopiano d’Asiago, fa parte di una più ampia iniziativa a livello nazionale chiamata «Fermiamo la scia di sangue», che vedrà un’assemblea generale dei delegati Cisl lunedì 22 aprile alle 9 al Centro Fiera di Montichiari.

«Non si può e non si deve rassegnarsi a morire di lavoro, soprattutto nella nostra provincia», ha detto Alberto Pluda, segretario generale della Cisl di Brescia. «Per questo è necessario insistere su formazione, azioni per la prevenzione e confronto con le istituzioni, alle quali chiediamo a gran voce di aiutarci ad aumentare i controlli sui posti di lavoro». Un tema, quello dei controlli, sottolineato anche dal vicesindaco di Brescia Federico Manzoni: «I morti sul lavoro chiamano in causa una responsabilità collettiva, le istituzioni devono dare regole e soprattutto gli strumenti affinché le regole siano efficaci. Serve una maggiore presenza dello Stato, come chiede il territorio».

«Io ero» è pensata per accompagnare lo spettatore oltre la fredda conta delle morti, portandolo verso la storia delle persone che hanno perso la vita negli infortuni sul lavoro. Che nel Bresciano sono già state 6 nei primi due mesi del 2024, il doppio rispetto allo stesso periodo dello scorso anno (i dati usati da Cisl sono quelli di Ats Brescia, che diversamente dall’Inail non conta le morti in itinere, cioè quelle avvenute nel tragitto casa-lavoro, e nemmeno i residenti a Brescia morti sul lavoro al di fuori della nostra provincia). Complessivamente, sono 2.592 gli infortuni sul lavoro avvenuti in provincia di Brescia a gennaio e febbraio di quest’anno, secondo i calcoli del dipartimento Sicurezza e salute della Cisl: un anno fa erano stati 2.411.

La mostra sarà portata anche nelle scuole per iniziare un progetto di sensibilizzazione rivolto ai più giovani. Si comincia lunedì 22 aprile all’Itc Don Milani di Montichiari, in parallelo all’assemblea generale.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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