Inaugurato il nuovo depuratore di Vobarno: «taglio» alle infrazioni e agli odori

Ubaldo Vallini
L’impianto, che sostituisce i vecchi quattro, oggetto di una procedura europea, può servire 12mila abitanti
Il nuovo depuratore di Vobarno
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È stato inaugurato ieri a Vobarno, ed è operativo già da cinque giorni, il nuovo impianto di depurazione da 12mila abitanti (equivalenti). I quattro depuratori che va a sostituire (per 6mila abitanti) sono quelli denominati Pompegnino, Macello, Isolabella e Collio, oggetto dal 2016 di una procedura di infrazione europea perché nel tempo diventati obsoleti. Vobarno di depuratori ne aveva altri due: quello di Carpeneda è stato collettato nel depuratore di Sabbio Chiese; quello di Degagna, non collettabile perché troppo distante, è stato ristrutturato secondo le nuove normative.

Taglio del nastro

Per l’occasione hanno preso la parola il responsabile di A2A Smart Infrastructures Francesco Buresti, ricordando l’impegno della società nel realizzare in otto anni otto impianti, investendo 120 milioni di euro per superare le infrazioni di Bruxelles, a favore della transizione ecologica per la quale siamo impegnati a livello mondiale.

Il sindaco di Vobarno, Paolo Pavoni, ha lodato l’iniziativa, che si traduce anche in un miglioramento della qualità della vita dei cittadini: togliendo gli odori dai centri storici, con una realizzazione secondo criteri innovativi e a basso impatto.

«L’attenzione di A2A per l’intera valle ha portato a risultati importanti nella depurazione delle acque inimmaginabili solo qualche anno fa - ha chiosato il presidente della Comunità montana di Valle Sabbia Giovanmaria Flocchini -. Rimane ormai poco ancora da fare e sono convinto che le soluzioni arriveranno presto». Paolo Bonardi, presidente dell’Ufficio d’Ambito, organismo che nell’opera ha investito a fondo perduto 4,9 milioni, ha ricordato come la provincia bresciana, ai primi posto in Europa in molti ambiti, non lo sia ancora sulla depurazione delle acque: «Si tratta di una sfida di civiltà e queste sono le opere necessarie».

«Con i nuovi impianti in progetto o in corso di realizzazione, entro il 2026, saremo in grado di superare tutte le procedure di infrazione nei Comuni che gestiamo» ha detto l’ad di A2A Ciclo Idrico Tullio Montagnoli.

Novità

Particolare attenzione, data la vicinanza ad alcune case, è stata data ai processi più «odorigeni» come il trattamento primario per eliminare la parte solida dei reflui, e quello successivo quando interviene la flora batterica per abbattere gli inquinanti: il tutto avviene in ambiente chiuso e tenuto in depressione, l’aria che ne esce viene trattata con filtri naturali a base di fibre vegetali. Ci vorranno tre mesi perché si concluda la fase di avviamento dell’impianto e possa iniziare a lavorare a pieno ritmo. 

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