Il volontario in carcere: «Suor Anna? Ingenua forse, ma non credo collusa»

L’opinione di Fabrizio Ravelli che conosce personalmente la religiosa finita agli arresti domiciliari
Suor Anna Donelli - © www.giornaledibrescia.it
Suor Anna Donelli - © www.giornaledibrescia.it
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Che idea si è fatto dell’arresto di suor Anna Donelli?

Non conosco gli atti ma le persone. I personaggi legati alla ‘Ndrangheta sono professionisti dell’inganno mentre suor Anna non lo è. Forse è stata ingenua nel prestarsi di persona in quell’azienda di Flero, forse non ha valutato correttamente il livello dei soggetti con cui interagiva anche se ha una grande esperienza di carcere e detenuti. Ma una cosa è essere ingenui, magari agire in modo avventato un’altra è essere collusi. Forse potrebbe aver inconsapevolmente superato un limite ma sono portato a ritenere che abbia comunque agito in buona fede. Vedremo cosa accadrà nelle prossime settimane.

Come conosce la religiosa?

Suor Anna fa volontariato in carcere da più di 20 anni, a San Vittore, dove presto servizio anche io da tanto tempo, tutti la conoscono. Arriva con una mountain bike arancione e la lega con due catene ad un palo sulla strada. Attaccati alla bici ci sono due cartelli, uno recita «Bici di suor Anna» e l’altro «Non rubarmela, mi serve per portare aiuto».

Come si svolge l’attività all’interno delle strutture di detenzione?

Quando si riesce a creare un rapporto con i detenuti può succedere, anche se un volontario non potrebbe, che riceva la richiesta di portare un messaggio. Si tratta quasi sempre di frasi innocue, il più delle volte legate al fatto che ci saranno o non ci saranno i colloqui. Le persone recluse ti lasciano il numero di un parente stretto e ti chiedono di avvisarle che per un motivo o un altro non ci sarà l’occasione di parlarsi di persona che invece era prevista. Ogni volontario deve stare attento a non superare il confine, a capire quali comunicazioni possono essere riportate.

Suor Anna è stata intercettata all’interno degli uffici degli arrestati. Come legge questa cosa?

In qualche caso, raro capitato non a me ma a qualche volontario, una persone reclusa ti chiede di andare fisicamente da quel parente o da quell’amico per riferire un messaggio. Anche quando leggo che in quell’ufficio parlavano di quanto una persone fosse brava bisogna intendersi su cosa significa brava, nel senso comune del termine o per le attività del gruppo criminale? In generale, se capita, bisogna capire immediatamente di chi si tratta, dell’eventuale spessore criminale. Suor Anna vive in carcere da 20 anni, forse avrebbe dovuto informarsi meglio. Aspettiamo di capire cosa dirà quando sarà interrogata.

Dagli atti dell’inchiesta, gli investigatori sembrano sono convinti del ruolo consapevole di suor Anna.

Nella mia esperienza ho visto molte indagini che non hanno colto tutti gli aspetti delle situazioni. Spero che suor Anna possa chiarire la sua posizione e che si capisca come e perché fosse vicina quei personaggi. 

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