CronacaGarda

Il Garda apre la stagione estiva tra attese e overtourism

La sponda lombarda del lago vale 8 milioni di pernottamenti annui, su un totale provinciale di 13 milioni
Il Garda destinazione da nuovi mercati di riferimento
Il Garda destinazione da nuovi mercati di riferimento
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La primavera chiama, il Garda risponde. Il lago ritrova il suo battito e rinnova la promessa di bellezza e accoglienza. Si è aperta una nuova stagione sul più grande lago italiano.

Dopo i mesi silenziosi dell’inverno, il territorio si è rimesso in moto: gli alberghi hanno riaperto i battenti già a metà aprile, in occasione della settimana di Pasqua, le case vacanza sono tornate ad animarsi, i lungolaghi, da Limone a Sirmione, sono una tavolozza di colori e una Babele di lingue che si mescolano tra loro: tedesco, inglese, francese, ma anche olandese, scandinavo e persino arabo. Idiomi che raccontano di una destinazione tornata centrale nel cuore dei viaggiatori europei e non solo, attratti dalla bellezza senza tempo del lago e dalla varietà di esperienze che la riviera bresciana sa offrire. Lo raccontano le impressioni passeggiando nei borghi, lo confermano i numeri forniti dai professionisti del settore.

La sponda lombarda del lago di Garda vale 8 milioni di pernottamenti annui, su un totale provinciale di 13 milioni. Nel 2024 l’intero lago - comprese le rive veronese e trentina - ha registrato la bellezza di 24 milioni di presenze. Nel 1990, per dire, erano 5 milioni.

È un fenomeno in crescita costante (tanto che sul lago si parla sempre più insistentemente di overtourism, e molti segnalano la necessità di una gestione attenta dei flussi), che genera economia. Lungo l’intero perimetro del lago si contano 8.699 esercizi ricettivi, per un totale di 242.638 posti letto, così suddivisi: 1.150 esercizi alberghieri per 69.571 posti letto e 7.549 esercizi extra alberghieri (campeggi, B&B, case vacanza, agriturismi) con 173.067 posti letto (fonte: Istat 2023). Sono numeri che fanno del lago di Garda uno dei maggiori distretti turistici a livello nazionale.

Secondo Federalberghi Brescia, nella nostra provincia il turismo ha generato 2 miliardi e 200 milioni di euro di valore aggiunto nel 2024, producendo il 25% della ricchezza turistica di tutta la Lombardia. Gran parte di questo valore è dovuto al Garda. Il turismo è un fenomeno in evoluzione. Analisti ed esperti segnalano che, dopo la pandemia, il turismo gardesano è profondamente cambiato: sono emersi nuovi mercati di riferimento, i soggiorni si sono accorciati (cresce il mordi e fuggi), la prenotazione è sempre più last minute, la stagione si è allungata, è cresciuta la domanda di mobilità dolce.

Sono fattori che pongono nuove sfide: dalla governabilità dei flussi agli effetti della globalizzazione, dall’iperturismo alla definizione di un limite, fino al rapporto - talvolta conflittuale - tra turisti e residenti, e alla tutela degli ecosistemi. Questioni che gli amministratori locali hanno cominciato ad affrontare, come ha evidenziato l’Osservatorio per il turismo sul Garda dell’Università Cattolica di Brescia, nella ricerca «Turismo globale e contesti locali. Il ruolo dei Comuni nello sviluppo turistico del Garda», che ha evidenziato un principio fondamentale: l’unico turismo possibile è quello sostenibile e responsabile, in cui i protagonisti diventano viaggiatori consapevoli, capaci di contribuire allo sviluppo economico e culturale della comunità locale, senza incidere negativamente sulla qualità della vita dei residenti. Il futuro del Garda non può che essere questo.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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