A Gussago è successo per la prima edizione di cicloturismo «Vado in bici»

Due giorni di pedalate, risate, qualche screzio e tanta soddisfazione. È il bilancio della prima edizione di «Vado in bici», l’iniziativa di cicloturismo educativo promossa dall’associazione Facciamo Centro di Gussago in collaborazione con Fiab Brescia e con il patrocinio degli assessorati alla Cultura e all’Ambiente del Comune.
Una proposta pensata per adolescenti e preadolescenti, che ha visto protagonisti dieci giovanissimi tra i 10 e i 12 anni, tutti studenti delle scuole medie. Partiti dal lago d’Iseo, i ragazzi hanno raggiunto Breno attraversando la Val Camonica, con pernottamento in ostello, per poi rientrare passando dal Lago Moro. Un percorso studiato e accompagnato da Marco Ungaro ed Emanuela Tiburzi, gussaghesi con una lunga esperienza nel cicloturismo e nella promozione della mobilità sostenibile.
Educare alla mobilità
«L’iniziativa è andata bene – raccontano gli organizzatori –. I ragazzi si sono divertiti, è stata un’esperienza molto positiva. Crediamo possa diventare un appuntamento da ripetere. L’idea era stimolare nei giovanissimi la voglia di usare la bici come mezzo per scoprire posti e persone nuove, conquistando la meta con fatica ma anche con entusiasmo».

Il clima di gruppo, la gestione degli imprevisti e la soddisfazione di arrivare a destinazione con le proprie forze hanno rappresentato il cuore del progetto. «Due giorni di pedalate, risate e qualche screzio – sorridono alcuni ragazzi – ma sui pedali tutto si sistema! La vita è equilibrio, e la bici è il miglior modo di sperimentarlo». L’esperienza ha voluto insegnare anche l’essenzialità: partire con poco, gestire le proprie energie, rispettare l’ambiente e i ritmi lenti del viaggio. Nessuna attrezzatura complessa, solo la propria bicicletta, uno zaino leggero e tanta voglia di pedalare.
«È stata una prova per tutti – aggiungono Ungaro e Tiburzi –. I ragazzi hanno dimostrato di sapersela cavare e di saper fare squadra. Sono tornati stanchi ma felici, con una consapevolezza nuova sulle loro possibilità». Un primo passo, spiegano, verso un’educazione alla mobilità attiva che va oltre lo sport e diventa scuola di vita, proprio come è stato per lo stesso Ungaro, noto per aver raggiunto a tappe, in sette estati consecutive, Capo Nord partendo da Gussago.
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