Guida autonoma, a Darfo la sperimentazione che aiuta anziani e fragili

Il progetto di Aida del Politecnico di Milano si chiama «Sharing for Caring»: una Fiat 500 elettrica 3+1 ha prelevato Giacomo Domenighini e l’ha portato in farmacia
A Darfo arriva Sharing for Caring
AA

È un notevole salto in avanti. Anche perché il futuro è più vicino di quanto immaginiamo. «Sharing for Caring» è l’innovativo progetto di Aida (Artificial intelligence driving autonomous) del Politecnico di Milano, che sfrutta la tecnologia di guida autonoma sviluppata dal gruppo di ricerca per offrire un servizio di navetta a bassa velocità dedicato alle persone con fragilità, promuovendo l’autonomia, l’inclusione e una maggiore qualità della vita.

Guida autonoma, la sperimentazione a Darfo

Alle terme di Darfo è stato presentato ufficialmente. Una Fiat 500 elettrica 3+1 ha prelevato Giacomo Domenighini, 88enne residente nel comune della Valcamonica, e l’ha portato in farmacia. Un esempio perfetto di come la tecnologia possa essere utilizzata per aiutare le persone che hanno difficoltà a spostarsi da sole. 

Come funziona

«È un esempio di Robotizzazione – spiega il professor Sergio Savaresi del Politecnico di Milano, responsabile scientifico del progetto –. Andiamo a sostituire quello che fa tipicamente un umano. Devo avere dei sensori, il radar, dei laser, delle telecamere per vedere. Sostanzialmente sostituiscono gli occhi. Dopodiché deve avere degli attuatori, quindi abbiamo messo dei motori che possono girare il volante e muovere i pedali. E poi serve un cervello: un grosso computer sul quale c’è dell'intelligenza artificiale codificata all’interno di un software che chiude questo anello. È un compito estremamente difficile. Cioè tra le robotizzazioni di compiti che fa l'uomo questa è una delle più complicate, ma è anche una di quelle che ha le maggiori potenzialità perché può cambiare veramente il mondo della mobilità, rendendolo molto più sicuro e anche molto più sostenibile. Diciamo che è un grosso passo verso la sostenibilità della mobilità. Oggi abbiamo. Milioni e milioni di automobili inutilizzate e questo modello sta diventando insostenibile».

  • La presentazione del progetto «Sharing for Caring»
    La presentazione del progetto «Sharing for Caring» - © www.giornaledibrescia.it
  • La presentazione del progetto «Sharing for Caring»
    La presentazione del progetto «Sharing for Caring» - © www.giornaledibrescia.it
  • La presentazione del progetto «Sharing for Caring»
    La presentazione del progetto «Sharing for Caring» - © www.giornaledibrescia.it
  • La presentazione del progetto «Sharing for Caring»
    La presentazione del progetto «Sharing for Caring» - © www.giornaledibrescia.it
  • La presentazione del progetto «Sharing for Caring»
    La presentazione del progetto «Sharing for Caring» - © www.giornaledibrescia.it
  • La presentazione del progetto «Sharing for Caring»
    La presentazione del progetto «Sharing for Caring» - © www.giornaledibrescia.it
  • La presentazione del progetto «Sharing for Caring»
    La presentazione del progetto «Sharing for Caring» - © www.giornaledibrescia.it
  • La presentazione del progetto «Sharing for Caring»
    La presentazione del progetto «Sharing for Caring» - © www.giornaledibrescia.it

Gli attori

Il progetto – a cui lavorano una cinquantina di ragazzi – è sviluppato all’interno del Centro nazionale per la mobilità sostenibile (Most), con anche il sostegno di Fondazione Ico Falck e Fondazione Politecnico di Milano, e la collaborazione di Cisco Italia come partner tecnologico.

«Con una popolazione over 65 significativa e una geografia tipica dei comuni montani, Darfo Boario Terme è il luogo ideale per sperimentare nuove soluzioni a basso impatto ma ad alto valore sociale», ha commentato il sindaco Dario Colossi. Mentre il sottosegretario regionale Raffaele Cattaneo ha sottolineato come «sia fondamentale continuare ad investire in ricerca e innovazione per permettere alla Lombardia di ottenere traguardi importanti». Gli fa eco Simona Tironi, assessora regionale all’Istruzione, Formazione e Lavoro: «Credo sia strategico investire in competenze e occupazione di qualità per rendere sostenibili queste innovazioni, che offrono servizi concreti, inclusivi e replicabili, con un basso impatto ambientale».

Il veicolo è stato decorato ispirandosi all’arte giapponese del Kintsugi. «L’arte insegna che le crepe non sono solo rotture, ma parti della storia che, se valorizzate, possono diventare bellezza. Così anche le fragilità possono trasformarsi in risorsa», ha spiegato l’Ingegnere Federico Falck, presidente della Fondazione Ico Falck. 

Un ruolo fondamentale è stato svolto anche dal partner tecnologico Cisco Italia, che ha contribuito all’integrazione delle soluzioni di connettività per la supervisione da remoto. «Siamo molto felici di contribuire a un progetto che mette la tecnologia al servizio delle persone», ha evidenziato Gianmatteo Manghi, amministratore delegato di Cisco Italia. 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato

Icona Newsletter

@News in 5 minuti

A sera il riassunto della giornata: i fatti principali, le novità per restare aggiornati.

Suggeriti per te

Caricamento...
Caricamento...
Caricamento...