Il Gps del telefono fa scattare le ricerche, ma è un falso allarme

Manca poco alle 17: dal telefonino scatta l’allarme al 112, e lungo la Provinciale che da Idro si inerpica fino a Capovalle, all’altezza dall’edicola votiva dalla quale Sant’Antonio osserva la Madonna di Rio Secco, intervengono in forze: una ventina di persone, fra volontari dell’ambulanza, agenti della Locale, Carabinieri, Vigili del fuoco, tecnici del Soccorso alpino e personale del Servizio manutenzione strade della Provincia.
Il ritrovamento
È accaduto ieri. In quel punto la strada scorre ai piedi di una ripida scarpata e il Gps segnalava la presenza del dispositivo nel bosco soprastante. Dopo pochi minuti di ricerche, però, a bordo strada è stato rinvenuto l’iPhone dal quale è partito l’allarme: uno scarto minimo, una manciata di metri fra il posizionamento del segnale sull’app e la posizione effettiva dello smartphone.

Falso allarme
C’è voluta più di un’ora, poi, per escludere che qualcuno fosse davvero in difficoltà: fino a quando le indagini non hanno permesso di risalire al proprietario del telefono, un uomo residente a Magasa, che l’aveva dato alla moglie mentre questa si recava in fondovalle, poi alla donna stessa, che ha confermato di star bene e di non essersi ancora accorta di averlo perso.
L’ipotesi che quell’iPhone sia stato dimenticato sul tettuccio dell’auto e che proprio in quel punto, che è il tratto più veloce percorso da casa della donna, l’aria sia riuscita ad infilarsi sotto la cover in gomme provocando la caduta del dispositivo. Tutto è bene quel che finisce bene.
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