La Flotilla verso Gaza: «Una nave circondata dagli israeliani»

La Global Sumud Flotilla, spedizione umanitaria che coinvolge oltre quaranta imbarcazioni per portare aiuti a Gaza, si trova nella zona in cui le precedenti flottiglie sono state intercettate dalle navi israeliane.
Una delle imbarcazioni, questa mattina, è stata «aggressivamente circondata» da una nave da guerra israeliana: lo si apprende da una nota. Secondo quanto riportato, il capitano di una delle navi in testa è stato costretto a effettuare una brusca manovra per evitare una collisione frontale. Le comunicazioni di bordo sono state disattivate a distanza, mentre la nave da guerra procedeva «pericolosamente vicina» per diversi minuti. Secondo la Flotilla, la nave si è poi avvicinata a un’altra imbarcazione con manovre simili.
La fregata Alpino
Alcune delle imbarcazioni, hanno reso noto i partecipanti poco prima delle 5, «sono state avvicinate» da altre navi non identificate, che si sono poi allontanate. Alcune di esse avevano «le luci spente», e «i partecipanti» alla spedizione «hanno applicato i protocolli di sicurezza in preparazione di un’intercettazione».
Poco prima la fregata Alpino della Marina militare italiana aveva diramato il secondo e ultimo avviso ufficiale. La nave ha comunicato che non avrebbe oltrepassato il limite delle 150 miglia marina. Fin dal primo avviso, diramato alle 16:30 di martedì, la Alpino si era detta disponibile a «recuperare eventuale personale che avesse voluto essere trasferito a bordo».
«Restiamo vigili»
Poco più tardi un nuovo aggiornamento: «Restiamo vigili, mentre entriamo nell’area in cui le precedenti flottiglie furono intercettate e/o attaccate. Proseguiamo la navigazione, senza venir scoraggiati dalle minacce e dalle tattiche intimidatorie israeliane».
«Allerta permanente»
«Siamo a 130-135 miglia dalla costa di Gaza. Al momento non abbiamo avuto segnali di alt da Israele ma siamo in allerta permanente». A dirlo il deputato del Pd Arturo Scotto, che sta partecipando alla missione. «Siamo consapevoli che in giornata potremmo essere avvicinati per l’abbordaggio. Non voglio nascondere la preoccupazione – ha ammesso a Repubblica –. Ho paura per gli attivisti innanzitutto, che non hanno le nostre garanzie di parlamentari. Ma deve essere chiaro che non siamo stati noi a metterci in pericolo».
«Penso che appena arriveremo nel cosiddetto punto di intercetto, la Marina israeliana potrebbe darci l’alt – ha aggiunto –. Ma è del tutto evidente che sarebbe un atto totalmente illegale iniziare operazioni di abbordaggio, o procedere agli arresti, o al sequestro delle imbarcazioni».
Crescerà una pressione popolare per aprire un corridoio umanitario permanente a Gaza. Qualsiasi attacco in acque internazionali alle nostre barche è illegale. pic.twitter.com/BJ1Di6nam9
— Arturo Scotto (@Arturo_Scotto) September 30, 2025
Notte insonne
Samuel Rostol, un attivista a bordo di una delle navi della flottiglia, ha raccontato ad Al Jazeera che quasi tutto l’equipaggio della sua nave ha trascorso la maggior parte della notte sveglio a causa di diversi motivi di disturbo che, a suo avviso, erano «ovviamente una tattica per cercare di logorarci». Ma, ha aggiunto «le stiamo prendendo tutte con il sorriso». L’equipaggio sta ora cercando di riposarsi un po’ prima di essere eventualmente intercettato dalle forze israeliane.
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