Giubileo: oltre 2mila adolescenti bresciani a Roma con il vescovo
«Pellegrini di speranza» è il motto del Giubileo 2025, inaugurato da papa Francesco la scorsa vigilia di Natale. E dunque «pellegrini di speranza» sono anche i 2.169 ragazzi ed educatori da 60 parrocchie e unità pastorali della Diocesi di Brescia che sabato mattina hanno varcato la Porta Santa della basilica di San Pietro a Roma, momento clou del «Giubileo dei preadolescenti», dedicato ai preadolescenti nati (nel 2011, 2012 e 2013) degli oratori bresciani.
Con loro c’era anche il vescovo Pierantonio Tremolada, che ha percorso a piedi assieme alla folta delegazione diocesana il tragitto che da Castel Sant’Angelo conduce alla Porta Santa della basilica di San Pietro lungo via della Conciliazione.
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«Questi ragazzi vivono un’età delicata – ha sottolineato mons. Tremolada –, è quindi ancor di più una gioia vedere una partecipazione così numerosa». Parlando del tema del Giubileo: «La speranza è dentro ognuno di loro, noi adulti dobbiamo aiutarli a farla emergere. La speranza è un modo di guardare la vita, nel presente e nel futuro. C’è necessità che i giovani ci sentano vicini, perché coltivando la speranza possano crescere felici».
Quello nella Capitale è un viaggio che ne contiene tanti altri: «Per molti ragazzi è la prima volta di tante cose: la prima volta che vengono a Roma, la prima volta che vedono il Vaticano, la prima volta che vivono un giubileo – spiega don Giovanni Milesi, direttore per l’ufficio per gli Oratori, i giovani e le vocazioni della Diocesi –. C’è un significato legato al Giubileo, che è quello di vivere questo momento di grazia molto bello per la Chiesa, facendosi pellegrini di speranza secondo l’invito del Papa. Ma in un’esperienza così si mescolano tanti altri fattori: ci sono anche la dimensione di incontro con la Chiesa delle chiese e quella della scoperta, dell’avventura e dell’amicizia».
La preghiera per il Papa
Nel programma originario, il gruppo diocesano avrebbe dovuto partecipare all’udienza col Papa in piazza San Pietro. Dal 14 febbraio Francesco è però ricoverato al Policlinico Gemelli: «Per i ragazzi è chiaramente un rammarico non potere vedere il Papa, ma lo abbiamo ricordato nella preghiera in via della Conciliazione – racconta Milesi –. Qualche ragazzo ha anche proposto di andare a trovarlo al Gemelli, non immaginando le distanze: ma è emblematico dell’affetto che questa figura suscita».

La celebrazione
Significativa, anche per Milesi, la partecipazione al pellegrinaggio: «Sono numeri molto belli, segno di vivacità nel mondo degli oratori e di un lavoro di attenzione alle medie, un’età molto bella ma delicata. Un ringraziamento va a tutti gli educatori e catechisti che accompagnano questi ragazzi, perché hanno una bella responsabilità». Stamattina, domenica, il vescovo Tremolada celebrerà per la delegazione una messa alla basilica di San Paolo fuori le Mura, poi il gruppo ripartirà alla volta delle rispettive parrocchie.
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