Garlasco, Sempio interrogato: Stasi e Poggi convocati come testimoni

La convocazione è negli uffici di piazza del Tribunale, a Pavia, per martedì 20 maggio. Alle 14 Andrea Sempio varcherà l'ingresso della Procura accompagnato dai suoi avvocati, Angela Taccia e Massimo Lovati, per essere interrogato dai magistrati che, dopo due inchieste e altrettante archiviazioni, lo hanno indagato per l'omicidio di Chiara Poggi.
Si ripartirà dagli elementi già acquisiti sul delitto di Garlasco in 18 anni di indagini, dalle tracce di Dna sotto le unghie della vittima, alle tre telefonate, tutte brevissime, alla sua abitazione nei giorni in cui era sola a casa. Senza dimenticare il biglietto del parcheggio trovato una settimana dopo l'omicidio della 26enne ma consegnato agli inquirenti soltanto l'anno successivo. «Anomalie» già emerse in passato a cui potrebbero ora aggiungersi nuovi elementi.
«Stiamo affilando le armi che ci offre il codice di procedura penale - si limita a dire l'avvocato Lovati -. Questo interrogatorio, prodromico a una richiesta di rinvio a giudizio, si scontra con l'incidente probatorio dove si vuole acquisire una prova per il dibattimento».
Le schermaglie difensive sono appena iniziate, ma un interrogatorio a poche ore di distanza dall'udienza che ha esteso le analisi genetiche potrebbe lasciare intendere che gli inquirenti hanno un asso nella manica. Una intercettazione, forse, oppure un dettaglio da analizzare sotto una nuova luce. Potrebbe spiegarsi così, del resto, la convocazione in contemporanea come testimone di Marco Poggi, il fratello della vittima che verrà ascoltato dai carabinieri a Venezia, dove vive, e di Alberto Stasi. Il fidanzato di Chiara, a cui è stata concessa da poco la semilibertà, è teste assistito in quanto giudicato in un procedimento connesso: condannato in via definitiva a 16 anni, è sin qui l'unico colpevole per l'omicidio del 13 agosto 2007.
Una «verità che lo Stato ha consegnato ai Poggi, ma che quello stesso Stato non difende», per il legale dei genitori di Chiara, l'avvocato Gian Luigi Tizzoni, che definisce «un po' confuse» le tesi della Procura di Pavia su Sempio. «Si fatica a comprendere la direzione - dice in una intervista a Il Fatto Quotidiano -: non ci sono elementi negli atti che lasciano intendere un collegamento tra Stasi e Sempio, ancor meno o altrettanto non ce ne sono tra Sempio e le sorelle Cappa», Paola e Stefania, le gemelle tornate alla ribalta ad anni di distanza dal fotomontaggio con la cugina uccisa che le rese tristemente famose.
Agli atti delle indagini ci sarebbero centinaia di messaggi delle due donne, compreso uno in cui si alluderebbe al fatto che Stasi è stato incastrato. A questi presto si potrebbero aggiungere anche i vocali che l'ex manager dello spettacolo Francesco Chiesa Soprani ha detto a la Repubblica di avere ricevuto da Paola dal giorno della notizia del prelievo del Dna a Sempio. «Ce n'è uno in cui Paola smentisce alcuni racconti della gemella Stefania, ma non ne voglio parlare - sostiene - Io credo che Stasi sia innocente. Poi chi siano i colpevoli, non so. I vocali? Non me ne faccio nulla, se la Procura me li chiede li fornisco».
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