Gargnano piange Italo Bringhenti, storico macellaio

«Camilla, non sto bene, vado a riposare. Sono stanco». Sono state queste le ultime parole di Italo Bringhenti, da pochi mesi in pensione, ma ancora attivo nel negozio di macelleria in pieno centro a Gargnano che ha gestito per decenni, continuando la tradizione del nonno, di origine mantovana, giunto sul Garda negli anni Cinquanta, e del papà Gaddo, scomparso giovane verso la fine degli anni Ottanta.
Il macellaio

Italo è morto stroncato da un infarto in casa, poche ore dopo aver concluso il lavoro in negozio. La macelleria era la sua vita. Gli piaceva stare con la gente. Serio, simpatico, mai una parola fuori posto, continuava la tradizione portando avanti vecchie ricette, come il «pestöm», impasto di maiale, di cui era il re. Quando gli veniva fatto il complimento sorrideva. «Porto avanti la ricetta del nonno, ma non dico a nessuno come si fa».
La notizia della morte si è rapidamente diffusa nella serata di ieri tra l'incredulità generale. Al mattino era in negozio e nei ritagli di tempo aveva fatto due parole con gli amici o i clienti. Ieri Italo era particolarmente provato. «Sono giorni che lavoriamo come matti», aveva detto durante una breve pausa seduto sui gradini del palazzo davanti alla bottega.
Gargnano gli voleva bene. Lascia la moglie Camilla, che lavorava con lui da sempre, e la figlia Carin, dipendente di un albergo cinque stelle a Gargnano. I funerali saranno lunedì alle 15.30 a Gargnano.
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