Ferita dall’arma del padre: resta gravissima la bimba di 3 anni

Quel colpo di pistola nella camera da letto risuonato più forte dei botti e dei fuochi d’artificio che soltanto poche ore prima avevano illuminato la notte di Capodanno in un momento di festa. Le sirene spiegate dell’ambulanza che ha trasportato la piccola fino all’elisoccorso che l’ha portata d’urgenza al Papa Giovanni XXIII di Bergamo. Suoni e immagini che sembrano appartenere a un passato lontano, perché il tempo trascorso a pregare per un miracolo, in modo particolare per la famiglia della bambina, è interminabile. Quello che stanno vivendo, sospesi tra dolore e speranza, i genitori della bambina di 3 anni, che mercoledì pomeriggio è stata colpita accidentalmente sotto l’occhio sinistro dal proiettile della pistola del padre (ora indagato per omessa custodia d’arma e lesioni colpose). Ma la speranza resta appesa a un filo sottile, perché le condizioni della piccola di Gardone Val Trompia restano disperate.
«Ho grande fiducia nei colleghi, nei professionisti dell’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo che si stanno occupando della bambina». Sono le parole del sindaco di Gardone, Giuliano Brunori, professore e direttore dell’Unità operativa di Nefrologia e dialisi dell’ospedale di Trento.
La situazione
La piccola, dopo l’operazione alla testa, resta ricoverata in gravissime condizioni, tra la vita e la morte, in Terapia intensiva all’ospedale di Bergamo, dove è stata trasportata mercoledì pomeriggio dopo un volo d’urgenza a bordo dell’elisoccorso che era atterrato nel campo sportivo di Sarezzo.
I medici non hanno ancora sciolto la prognosi, cosa che faranno probabilmente nella giornata di oggi, dopo un tempo di osservazione di circa 48 ore. Uno degli aspetti cruciali è proprio quello relativo ai possibili danni cerebrali causati dal colpo d’arma da fuoco.
Le indagini
Nel frattempo i carabinieri della Compagnia di Gardone Val Trompia, coordinati dal sostituto procuratore Marica Brucci, stanno proseguendo nelle indagini.
E al momento la pista più accreditata è quella fedele alla versione che gli stessi genitori hanno fornito subito dopo l’incidente domestico agli inquirenti. Ossia che il colpo è partito dalla pistola (una Beretta 98 calibro 9X21) trovata dalla piccola nella camera da letto dei genitori. Questo spiegherebbe la traiettoria, dal basso verso l’alto, del proiettile.
Stando alle prime ricostruzioni, sembrerebbe che l’arma fosse carica perché il padre aveva paura dei ladri. Quella stessa notte l’allarme della loro abitazione, infatti, era suonato ben tre volte.
Per questo motivo la Procura di Brescia, come atto dovuto in questi casi, ha iscritto nel registro degli indagati per omessa custodia dell’arma e lesioni colpose il padre della bambina.
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