Al Famedio celebrazione per 3 bresciani, la sindaca: «Tracce indelebili»
Un pomeriggio di memoria e gratitudine, al Vantiniano, per onorare tre figure che hanno inciso nel tessuto civile, culturale e umano della città. Oggi il Famedio accoglie i nomi di Pierfranco Blesio, Santina «Tina» Gallinari Leonzi e Doralice Vivetti, personalità scomparse nel corso del 2024 e individuate lo scorso ottobre dalla Commissione consultiva per le onoranze.
Radici della città
La cerimonia si è aperta con le note del brano «Somewhere over the rainbow», poi è stata la volta delle parole della sindaca Laura Castelletti, che ha ricordato come «ci troviamo nel cuore del cimitero Vantiniano, luogo della memoria che sentiamo profondamente nostro. Qui riposano le radici della città, qui Brescia non dimentica chi ha lasciato un segno profondo nel tessuto civile e culturale». Castelletti ha sottolineato «le tracce indelebili di ciascuno dei tre commemorati, diverse per ambiti e storie, ma accomunate dal servizio alla comunità». Ricordare, ha aggiunto, «significa fare i conti con l’assenza, ma anche celebrare la permanenza del loro esempio, la forza delle idee e il valore delle loro azioni».

A introdurre il quadro più ampio della scelta compiuta quest’anno è stato Claudio Baroni della Commissione del Famedio, che ha osservato come negli elenchi storici «i nomi femminili siano di gran lunga troppo pochi, segno di un clima patriarcale che per decenni ha precluso riconoscimenti pubblici alle donne». La selezione del 2024, con due figure femminili su tre, rappresenta per Baroni «un cambiamento significativo, non solo di genere ma di sensibilità». Il ricordo dei tre illustri bresciani restituisce una città plurale, capace di riconoscere il valore della ricerca scientifica, dell’impegno civico e della battaglia per la dignità delle donne.
I bresciani
Pierfranco Blesio, naturalista autodidatta e per una vita punto di riferimento del Museo di Scienze Naturali, ha incarnato la misura, la sobrietà e la competenza di chi ha dedicato sé stesso allo studio della natura. Le sue scoperte, le specie che portano il suo nome, la lunga attività nel mondo museale e accademico hanno plasmato generazioni di studiosi e appassionati.
Santina «Tina» Gallinari Leonzi, fondatrice del MoICa, ha dato voce a milioni di donne spesso invisibili. Con tenacia ha trasformato l’idea della casalinga da figura marginale a protagonista sociale, costruendo un movimento nazionale, contribuendo alla nascita di realtà europee e intercontinentali e portando avanti per decenni una battaglia culturale fatta di diritti, rappresentanza e dignità.
Doralice Vivetti, vicesindaca e amministratrice pubblica di lungo corso, è stata una pioniera della presenza femminile nelle istituzioni. Maestra, assessora, presidente di fondazioni e organismi di solidarietà, ha esercitato il servizio pubblico con rigore e sensibilità, muovendosi fra cultura, welfare e impegno civile con lucidità e compassione.
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