Fa sparire 500mila euro in criptovalute: dalla Germania lo vogliono in cella

Nei guai un 35enne bresciano cui un’azienda tedesca aveva dato mandato di operare in bitcoin
Loading video...
Bitcoin spariti, mandato d'arresto dalla Germania
AA

Si è trovato i carabinieri al campanello e pochi istanti dopo tra le mani un mandato di arresto europeo spiccato dalla Germania. Di colpo per lui, trentacinquenne incensurato, è divenuto tutto più complicato: uscire di casa, tanto per cominciare.

Secondo l’autorità tedesca il bresciano ha fatto sparire mezzo milione di euro che una società bavarese gli aveva affidato per compiere investimenti in cripto valute. Ed ora, sempre per la magistratura tedesca, dovrebbe essere non solo arrestato, ma anche trasferito in Germania in attesa del processo che non è stato ancora celebrato.

I fatti

I fatti per i quali il bresciano è finito nei guai risalgono all’estate del 2021 e sono condensati per sommi capi nel mandato, scritto in inglese e non ancora tradotto come prevedono diritti di difesa, eseguito dall’Arma nelle scorse ore.

Secondo quanto ricostruito della polizia tedesca, nel luglio di tre anni fa l’uomo, non è chiaro attraverso quali canali e grazie a quali competenze, avrebbe ricevuto dalla società bavarese operativa nel settore delle compravendite immobiliari 500mila euro da investire in bitcoin. Secondo la ricostruzione degli inquirenti tedeschi la Gmbh (l’equivalente di una nostra Società a responsabilità limitata), per operare aveva aperto un conto su una piattaforma di trading online e vi aveva versato il mezzo milione di euro per poi fornire al bresciano la delega ad operare.

L’accusa

Ma non solo. Per tenere le cripto valute al sicuro, al 35enne era stato fornito anche un borsellino digitale: un comune chiavetta Usb con tanto di password e di "recovery phrase" (la frase per recuperare l’accesso in caso di dimenticanza). L’uomo, titolare dei codici, avrebbe dapprima cambiato l’intera provvista in tether (valuta digitale) per poi versarla nuovamente nella pen drive a sua disposizione con l’intenzione - scrive l’autorità bavarese - di disporne a suo personale vantaggio. Intenzione che per la polizia tedesca è risultata ancor più evidente quando il 35enne, richiesto dal finanziatore di restituire i bitcoin o quanto meno il loro controvalore in euro, rispondeva affermando di essere stato derubato della chiavetta Usb sulla quale il tesoro avrebbe dovuto essere al sicuro. Che il furto della pen drive sia avvenuto davvero, che il 35enne abbia perso in altro modo tutto quel denaro o che l’abbia fatto sparire in previsione di goderselo per sè, al momento non è dato sapere. Si sa solo che l’autorità tedesca gli contesta «peculato», «abuso di fiducia» e «truffa» e che ieri, adita dall’avvocato Alberto Scapaticci, la Corte d’appello di Brescia, competente in materia di mandati di arresto europeo ha modificato la misura cautelare, revocato gli arresti domiciliari e concesso all’uomo, sino ad oggi sconosciuto alla giustizia, l’obbligo di dimora a Brescia in attesa dell’udienza del 29 maggio

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato

Icona Newsletter

@News in 5 minuti

A sera il riassunto della giornata: i fatti principali, le novità per restare aggiornati.