Ex caserme di Brescia: residenze di lusso alla Gnutti, in stallo invece la Ottaviani
Se si volesse descrivere con un’immagine la condizione delle ex caserme di Brescia, si potrebbe ricorrere a quella di un soldato diligente, che rimane in attesa di nuovi ordini dopo che è stato dato il riposo. Solo che nuovi ordini non ne arrivano, e il «soldato», che in realtà è fatto di quattro mura e di un tetto, pian piano comincia a perdere calcinacci e a riempirsi di ragnatele ed erbe infestanti, nell’attesa di un nuovo utilizzo.
Dalla loro dismissione, avvenuta per ciascuna in tempi diversi, sulle restanti caserme cittadine oltre alla Papa hanno preso corpo varie ipotesi di riqualificazione, tutte più o meno risoltesi in niente. Per qualcuna ora potrebbe forse essere arrivato il momento della rinascita, per altre invece ci sarà ancora da attendere.
Nella colonna del «qualcosa si muove» ci va la Gnutti, tra via Crispi e via Moretto, di proprietà del gruppo Nibofin che ha già pronto il progetto per farne residenze di lusso, per restituire alla città il complesso «in un’ottica moderna che ne tuteli la caratterizzazione storica».
Come afferma l’assessora alla Pianificazione urbanistica Michela Tiboni, manca poco perché arrivi il via libera ai lavori: «Siamo arrivati alla fase di rilascio del permesso di costruire - spiega -. Siamo alle battute finali, la settimana prossima comunicheremo a Nibofin quanto dovranno pagare di oneri e poi potranno ritirare il permesso di costruire e partire con i lavori». Sul cantiere della Gnutti gravava anche la questione della chiesa inserita nel complesso, su cui però si deciderà in seguito: «C’è da capire quale uso potrebbe essere compatibile con il vincolo che c’è su quel bene: che partano col recupero dell’immobile, poi si ragionerà», afferma Tiboni.
Ex Randaccio
Un’altra caserma con all’orizzonte una possibilità di rinascita è l’ex Randaccio in via Lupi di Toscana, di proprietà del Demanio, ad oggi non completamente vuota in quanto ospita uffici della Prefettura, i Carabinieri e l’omonimo parcheggio. L’idea di destinare nella comunque vasta parte rimasta deserta l’Agenzia delle entrate è confermata: «È in corso la progettazione», è il commento dall’area tecnica del Demanio.
Nulla da fare, invece, ora, per l’ex stabile militare a pochi passi dalla Randaccio, la caserma Ottaviani in via Tartaglia: dismessa dal 1992, nonostante le impalcature che ne nascondono la facciata, nessun lavoro si cela al suo interno. La notizia di qualche mese fa secondo cui i 54mila mq della struttura sarebbero stati messi all’asta a partire da 2,5 milioni di euro, pare tramontata a sentire Tiboni, che nega anche un interessamento del Comune all’acquisto: «Siamo disponibili a interloquire con la proprietà, ma lì il problema è che quasi tutto il bene è vincolato». Resta infine adibita ad uso militare, benché parziale rispetto alla sua superficie, la Goito in via Spalto San Marco, di proprietà demaniale ma in uso al Ministero della Difesa, che ospita il centro documentale dell’esercito.
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