Estati roventi e lunghe, Brescia è sempre più tropicale
Ci si trova in un bagno di sudore anche solo stendendo il bucato, ci si gira nel letto tutta notte e ci si sveglia stanchi e irritati, si cerca refrigerio sdraiandosi sul pavimento. Ma non c’è tregua. Il caldo di questi giorni è a dir poco snervante. In Italia è attiva un’allerta per il caldo eccessivo e Brescia è stata più volte contrassegnata dal bollino rosso riservato alle città più roventi d’Italia.
Ma non è un problema solo di questi giorni, al caldo bisogna farci l’abitudine perché il cambiamento climatico è una realtà. E chi lo nega mente a sé stesso. Inutile dire che c’è stata una piccola glaciazione nel Settecento o che da sempre ci sono periodi più o meno caldi (tutto vero, nessuno lo nega), però adesso i cambiamenti sono più veloci e a dircelo non è il nervo sciatico di nonna Lina, ma i numeri.
I dati
Guardando proiezioni e grafici è evidente che la temperatura cresce in maniera esponenziale in tutte le stagioni e poco importa se al nord (ma non al sud), quest’anno ha piovuto per buona parte della primavera e a giugno risparmiandoci dalle temperature afose. I dati vanno guardati nel loro complesso.
Il Bresciano si fa più caldo: basta scorrere le temperature medie annuali registrate dall’Osservatorio di Ghedi e da quello dell’Istituto Pastori (le stazioni storiche del Bresciano) per rendersi conto come la temperatura si fa, di decennio in decennio, sempre più calda. In 65 anni, a Ghedi, lo scarto sfiora i due gradi centigradi.
Confrontiamo i trentenni 1961-1990, 1971-2000 e 1991-2000 di Ghedi: gennaio passa da una media di 0,7 a 1,7 e, quindi, 2,6; marzo da 7,9 a 8,2 e, poi, 9,2; maggio: 16,6 - 17,1 - 18,2; giugno 20,6 - 20,9 - 22,4; luglio 23,2 - 23,5 - 24,5; agosto 22.2 - 23 - 24.2. Interessante anche dicembre passato da 1,9 di media a 2,4 e 3,2. Una tendenza all’insù quindi già visibile 24 anni fa. E i record degli ultimi 70 anni sono stati quasi tutti registrati nel nuovo Millennio.
Estati
Per quanto i più attenti si rendano conto di quanto sia strano avere pochissimi giorni sotto zero in inverno, sono le estati a confermare che qualcosa sta cambiando: la stagione calda inizia sempre prima e finisce più tardi. Le mezze stagioni, al di là dell’ironia, sono di poche settimane e l’estate si prolunga durando anche 5 mesi. Non tutte sono roventi come quella del 2003 (medie di 25,68 gradi a giugno, 25 a luglio e 28,26 ad agosto a Ghedi e 27,2 a giugno, 26,7 a luglio e 29,1 ad agosto per l’Istituto Pastori) che resta salda sul podio della più calda di sempre, ma la tendenza è chiara se si analizza la frequenza delle temperature oltre i 35 gradi: anche negli anni Cinquanta capitava di arrivarci, ma era una rarità.
Dal 1951 al 1970 la soglia è stata superata solo 11 volte, dal 2003 al 2022 ben 78. Sta diventando la norma. Se, infatti, le medie massime mensili oltre i 30 gradi registrate al Pastori fino agli anni Novanta erano poche, dal 2000 si sono fatte più frequenti: nel 2000 tutti e tre in mesi estivi hanno raggiunto la media di 30 gradi, lo stesso nel 2003, nel 2019, nel 2021 e poi 2022 e 2023.
E, infatti, il 2022 è stato un anno bollente: le medie massime registrate a Ghedi sono state di 31,1 gradi a giugno, 33.39 a luglio e 31.2 ad agosto. Di notte non si va mai sotto i 20 gradi. Stando a Ilmeteo.it le cosiddette notti tropicali nel 1985 sono state 12, 33 nel 1989, 57 nel 1994, 78 nel 2003, 54 nel 2005, 61 nel 2021, 92 l’anno seguente e 66 l’anno scorso. E questa estate? Presto per tirare le somme, ma a giugno, al Pastori, sono state registrate medie di 22,3 gradi (stesso dato a Ghedi), a luglio 26,4 (a Ghedi 26,1).
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