Emergenza abitativa, presidio davanti all’Aler

Stefano Zanotti
Una cinquantina di persone si è ritrovata oggi a Mompiano con richieste specifiche: dal numero di alloggi da inserire nel prossimo bando all’affitto agli stranieri
Il presidio davanti all'Aler - © www.giornaledibrescia.it
Il presidio davanti all'Aler - © www.giornaledibrescia.it
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Circa cinquanta persone si sono ritrovate fuori dalla sede dell’Aler a Mompiano per richiamare l'attenzione sull'emergenza abitativa. Il presidio promosso da Diritti per tutti, Magazzino 47 e Collettivo gardesano autonomo ha trovato l’adesione, tra gli altri, anche del Collettivo onda studentesca e dei consiglieri comunali Francesco Catalano (A lavoro con Brescia), Raisa Labaran (Civica Castelletti) e Arshad Mehmood (Brescia capitale.

Le richieste

«Chiediamo che l’Aler nel prossimo bando di assegnazione inserisca almeno 200 alloggi e che ci dica quali intende recuperare dallo sfitto - spiega Umberto Gobbi di Diritti per tutti -. Il Comune ha annunciato che ne metterà a disposizione circa 250 e 113 saranno quelli recuperati: questa è una novità che valutiamo positivamente perché era una richiesta che facevamo da tempo. Sul mercato privato è impossibile trovare una casa in affitto, soprattutto se si fa parte di famiglie con basso reddito, immigrate e con bambini».
All’Azienda lombarda per l’edilizia residenziale è stato chiesto anche che vengano diminuite le spese condominiali delle Case del sole in via Milano, mentre la Prefettura è stata invitata a rispristinare il Tavolo sfratti.

Gli affitti agli stranieri

È un tema importante per la città - evidenzia il consigliere Catalano -. L’Amministrazione ha fatto un passo avanti importante, ma il problema con l’Aler è la gestione politica degli ultimi vent’anni: con la Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia le case sono state abbandonate».
Una problematica sottolineata è quella che riguarda gli stranieri: «Non vogliono più affittarci le case, siamo tornati negli anni Novanta», commenta il presidente della Federazione delle associazioni bresciane per l’emigrazione (Fabi) Saai Abderrazak. Un questione che riguarda però anche le fasce più indigenti della popolazione: «Le persone che lavorano non si possono permettere un’abitazione - specifica Driss Enniya del coordinamento migranti Cgil -: si chiede la manodopera ma non ci sono le case».

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