È morto il fotografo Sebastião Salgado

Il fotografo franco-britannico Sebastião Salgado è morto a 81 anni: lo annuncia l'Académie des Beaux-Arts a Parigi.
La notizia della morte di Salgado è stata confermata dall'Instituto Terra, un'organizzazione non governativa fondata da Salgado.
Laurent Petitgirard, secrétaire perpétuel, les membres et correspondants de l’Académie des beaux-arts ont l’immense tristesse de faire part du décès, ce vendredi 23 mai à l’âge de 81 ans, de leur confrère Sebastião Salgado. pic.twitter.com/qyPcpPVRN2
— Académie des beaux-arts (@AcadBeauxarts) May 23, 2025
«Sebastião è stato molto più di uno dei più grandi fotografi del nostro tempo. Insieme alla sua compagna di vita, Lélia Deluiz Wanick Salgado, ha seminato speranza dove c'era devastazione e ha fatto fiorire l'idea che il ripristino ambientale è anche un profondo gesto d'amore per l'umanità. Il suo obiettivo ha rivelato il mondo e le sue contraddizioni; la sua vita, il potere dell'azione trasformativa», si legge nel testo.
La vita e le opere
Sebastiao Salgado viveva ormai da lungo tempo a Parigi e dal 1990 aveva smesso di fotografare le persone concentrando la sua attività sull'impegno sociale, sulle priorità ambientali e sulla sostenibilità.
La pareja brasileña, Sebastião Ribeiro Salgado y Lélia Deluiz Wanick Salgado, lleva 20 años plantando millones de árboles, cubriendo un área aproximada de 1.750 acres de tierra árida en el estado de Minas Gerais, sudeste del país. #Brasil #ambiente #forestacion pic.twitter.com/tZodGw5KPR
— CGTN Español (@cgtnenespanol) June 7, 2019
In Brasile aveva rilevato una azienda su cui ha ripiantato oltre due milioni e mezzo di alberi, ricreando una foresta in cui sono presenti 150 specie. Nato nel 1944 a Minas Gerais, Salgado si è laureato in economia e ha cominciato a fotografare da professionista nel 1973. Nel 1994 ha fondato con la moglie Lélia l'agenzia Amazonas Images, dedicata esclusivamente al suo lavoro.
Ha viaggiato in più di cento paesi per i suoi progetti fotografici, divenuti mostre di successo straordinario in musei e gallerie di tutto il mondo e libri-capolavoro tra i quali spiccano Terra (1997), Ritratti di bambini in cammino (2000), Africa (2007), Genesi (2013), Profumo di sogno (2015), Kuwait. A Desert on Fire (2016), Gold (2019) e Amazônia (2021).
L'ultimo capitolo della sua ricerca sui temi cruciali della vita sulla Terra è nelle 54 fotografie di grande e grandissimo formato quasi tutte inedite scelte per la mostra Ghiacciai, al Mart di Rovereto fino al 21 settembre. Altri dieci scatti campeggiano fino all'11 gennaio sospesi nel «grande vuoto» del Museo delle Scienze di Trento. Il progetto, curato da Lélia Wanick, moglie dell'artista, è nato da un'idea del Trento Film Festival in collaborazione con le due strutture museali e con Contrasto in occasione dell'anno per la conservazione dei ghiacciai proclamato nel 2025 dalle Nazioni Unite. L'artista, che aveva dovuto rinunciare per motivi di salute a intervenire all'inaugurazione della mostra, aveva rinviato a settembre la sua partecipazione.
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