Trento Film Festival, tre bresciani tra gli ospiti internazionali

Uno sguardo libero sulle montagne del mondo, all’insegna del dialogo, del confronto e delle contaminazioni. È la bella definizione che fa sintesi della 73ª edizione del Trento Film Festival, che si svolgerà dal 25 aprile al 4 maggio nel capoluogo trentino. Il Tff, nato nel 1952, è la principale kermesse continentale dedicata al cinema che racconta la montagna e la gente di montagna, ma anche l’avventura e le imprese, la cultura e i viaggi, le emergenze climatiche e la sostenibilità.
Alla presentazione, ieri al cinema Anteo di Milano, il presidente Mauro Leveghi ha spiegato: «Oggi il cinema di montagna è qualcosa di più complesso rispetto a un tempo e molto spesso, oltre alla bellezza della montagna, racconta le sue criticità e anche la fragilità dell’uomo: il Festival è dunque un’occasione per alzare lo sguardo, analizzare e capire il nostro presente e quello delle “terre alte” del pianeta, provando collettivamente a immaginarne il futuro».
Gli hanno fatto eco la direttrice Luana Bisesti e il responsabile della programmazione cinematografica, Mauro Gervasini, il quale ha sottolineato come «la varietà espressiva con cui il cinema racconta le storie d’altitudine non sia mai stata ampia come ora».
Numeri
Le cifre del Festival – sul cui manifesto campeggia una foto inedita del grande fotografo Sebastião Salgado – ne confermano la ricchezza: 126 film e 165 ulteriori eventi (tra cui presentazioni di libri, spettacoli musicali e teatrali, escursioni, degustazioni), ai quali si aggiungono gli oltre 100 appuntamenti del T4Future, la sezione dedicata alle nuove generazioni.
Novità
E sono tanti, come di consueto, gli ospiti nazionali e stranieri che affollano i diversi settori di interesse: alpinisti del calibro di Reinhold Messner, Matteo Della Bordella, Hervé Barmasse, Sean Villanueva O’Driscoll; climbers come Maurizio «Manolo» Zanolla e Federica Mingolla; esploratori come il bresciano (di Edolo) Alex Bellini; scrittori come Mauro Calabresi, Mauro Corona, Mario Costa; il musicista Davide Van De Sfroos, l’attore Giovanni Storti (parte del trio Aldo, Giovanni e Giacomo), il drammaturgo Marco Paolini, l’ex campionessa di scherma Margherita Granbassi.
La novità d’annata è rappresentata da una speciale sezione dedicata ai Western di Montagna, in cui si trovano autori come Sidney Pollack, Sam Peckinpah, Robert Altman e Anthony Mann, che integra anche un omaggio all’attore Gene Hackman, recentemente scomparso.
Il contributo dei bresciani
Come d’abitudine, c’è il focus su un paese (in questa occasione l’Argentina), e uno spazio dedicato alle anteprime fuori concorso. Una di queste, vista ieri a Milano, riguarderà il docu-film con protagonista Mauro Corona, «La mia vita finché capita», diretto da Niccolò Maria Pagani e impreziosito da due brani di Omar Pedrini, uno strumentale ad accompagnare i titoli di testa, mentre c’è «Sole spento» su quelli di coda.
Tra le altre presenze bresciane, oltre al già citato Bellini (pure co-regista del mediometraggio «Beyond-Lettera a chi non è andato oltre», che ricostruisce la sua missione sul ghiacciaio islandese Vatnajokull), va segnalata quella dell’etnomusicologo Paolo Vinati (già cantore delle Pertiche con Prato Bello), che presenta il corto «Cincanta», ambientato in Val Badia. Info su www.trentofilmfestival.it.
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