Dopo il furto alla Fobap, a Brescia una gara di solidarietà

«La cosa più bella quando succedono queste cose che fanno arrabbiare, è scoprire una città solidale, fatta di persone sensibili e generose»: lo dice Giorgio Grazioli, presidente di Fobap-Anffas nel raccontare quel che è successo nell’ultimo mese, e cioè da quando, nella notte tra venerdì 29 e sabato 30 marzo, qualcuno è entrato nella struttura di via Michelangelo, in città, e ha rubato computer, televisori e portatili usati dagli operatori e dalle persone, 150 in tutto, che vivono le attività dei centri diurni.
«Sono arrivate telefonate - racconta Grazioli -, qualcuno ci ha portato quel che poteva, anche pochi euro, altri la tv che non usavano. In tanti ci hanno aiutato, dai singoli alle realtà del terzo settore».
La solidarietà fa rete
La donazione più grande, però, è arrivata da «Fraternità sistemi»: chi si occupa di creare opportunità di lavoro per persone con fragilità, dunque, è arrivato in aiuto di chi contribuisce a favorire lo sviluppo di processi di inclusione sociale delle persone con disabilità.
«Il presidente di Fraternità sistemi Andrea Zenoni - dice Grazioli - ha incontrato proprio stamattina (ieri, 8 maggio ndr) i ragazzi e si è reso conto che i computer non sono solo oggetti utili: custodivano giochi, fotografie, film e ricordi preziosi. Ha potuto vedere, poi, di quanto bene e sollievo il dono abbia portato».
Un gesto, quello della cooperativa sociale bresciana, per dare strumenti adeguati e continuità operativa ad operatori e ospiti: «Fobap Anffas - ha detto Zenoni -, rappresenta da decenni un punto di riferimento importante per le famiglie e le persone con disabilità. I suoi professionisti svolgono un lavoro encomiabile, sostenendo le persone in percorsi educativi, attività occupazionali e terapeutiche. Per questo, davanti a una situazione di emergenza, abbiamo voluto offrire un sostegno concreto, mettendo a disposizione materiale informatico utile a ripristinare il normale svolgimento delle attività. Un piccolo gesto rispetto alla straordinarietà di ciò che fa Fobap Anffas: siamo noi che ringraziamo loro».
«Il disagio vero e proprio - aggiunge Grazioli - è durato una decina di giorni, il tempo necessario per organizzarci e trovare soluzioni tampone, ma la ferita è rimasta. I nostri ospiti vivono qui dalle 9 alle 16, questa è la loro casa, quindi hanno provato gli stessi sentimenti di quando un ladro entra in un’abitazione».
E aggiunge: «Questi gesti di generosità hanno fatto sentire i ragazzi, i loro genitori e le famiglie meno sole. Devo dire un grande grazie a tutti».
Insomma, un computer è solo un oggetto tecnologico, ma questi doni fanno rimarginare la ferita del «luogo del cuore» violato, dalla perdita di oggetti cari legati ai ricordi. E fanno ritrovare anche la fiducia nel prossimo. E poi, come diceva Confucio, «chi desidera procurare il bene altrui ha già assicurato il proprio».
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