CronacaBassa

In aula dopo la denuncia: «Volevano farmi uccidere in India»

Questa la testimonianza di una donna indiana nel processo a carico del marito: nel 2022 era fuggita dal compagno e dai cognati, che l’avevano accompagnata in aeroporto
Ieri le testimonianze in aula
Ieri le testimonianze in aula
AA

Ieri è stato il suo turno di raccontare quello che ha vissuto nei due mesi in cui è stata nella casa di Gottolengo con suo marito e i suoi cognati. Nella prossima udienza, in calendario il 14 ottobre, saranno i suoi parenti a descrivere quello che accadeva in quella casa e poi toccherà al Tribunale, presidente Francesca Grassani, stabilire quale delle versioni sia credibile.

La denuncia

Da una parte una donna indiana che oggi ha 30 anni e che, nel 2022, è arrivata nella Bassa dopo un matrimonio combinato dalla sua famiglia. Dall’altra suo marito, connazionale di 33 anni e i loro cognati, rispettivamente di 36 e 37 anni. La vicenda è emersa il 26 ottobre del 2022 quando la donna, in pigiama e ciabatte, è fuggita dai familiari che l’avevano accompagnata all’aeroporto di Malpensa. Ha chiesto aiuto a degli altri passeggeri che l’hanno accompagnata in ospedale. Dalla struttura è poi partita la segnalazione che ha portato alla denuncia dei parenti per maltrattamenti in famiglia e del marito anche per violenza sessuale.

In aula

In aula, assistita da un interprete, la donna, con grande fatica ha spiegato il motivo della sua fuga: «Mio marito e i miei cognati avevano paura che raccontassi ai vicini quello che mi facevano in casa. Per quello hanno preso contatti con mio padre per rimandarmi in India e lì farmi uccidere». La donna ha raccontato quello che, a suo dire, subiva in casa, controllata a vista dalla cognata e costretta a lavorare tutto il giorno. Per quello che riguarda la violenza sessuale è stata molto chiara: «Quando si avvicinava e gli dicevo che io non volevo lui mi rispondeva che siccome lui ne aveva voglia dovevo farlo. Prima di arrivare in Italia, in India, avevamo avuto rapporti consensuali ma in Italia mai». E sulla mattina dell’aeroporto ha spiegato: «Io sapevo che volevano uccidermi, mi hanno preso a calci e pugni per farmi salire in macchina, non mi sono neanche cambiata i vestiti. Quando mi hanno dato il biglietto l’ho strappato».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato

Icona Newsletter

@News in 5 minuti

A sera il riassunto della giornata: i fatti principali, le novità per restare aggiornati.

Suggeriti per te

Caricamento...
Caricamento...
Caricamento...