Con la moto contro un palo: dolore per la morte di Francesco Cardillo
Era appena uscito di casa. Sulla moto aveva lo zaino con dentro la borraccia e qualche libro. Con tutta probabilità era diretto verso Bergamo dove studiava all’università. Non ci è mai arrivato. Una manciata di chilometri dopo essere partito, a Camignone di Passirano, ha perso il controllo della moto che si è ribaltata e lo ha sbalzato, facendolo finire pesantemente contro un lampione della pista ciclabile che corre accanto alla provinciale. Purtroppo non ha avuto scampo. Medici e infermieri hanno tentato ogni possibile via per salvarlo, lo hanno stabilizzato sul posto e trasferito in volo al Civile, ma le sue ferite erano troppo gravi. Non si è mai ripreso e in serata è spirato.
Lo schianto
È morto a pochi chilometri da casa, in un tiepido pomeriggio di primavera, il 19enne studente universitario Francesco Cardillo. Motociclista appassionato, si muoveva dappertutto con la sua Yamaha blu. Ieri pomeriggio, pochi minuti dopo le 13, era in sella con lo zaino sulle spalle. Quello che appare senza una accettabile spiegazione si è consumato in un istante. Francesco Cardillo stava percorrendo la provinciale che collega Provaglio a Passirano, attraversando Camignone e che in quel tratto si chiama via Giuseppe Cesare Abba. Appena superata la caserma dei Carabinieri, mentre viaggiava in direzione Passirano, Cardillo ha perso il controllo della moto, ha urtato il cordolo che delimita la pista ciclabile e a quel punto la moto è diventata ingovernabile. Prima ha abbattuto uno dei paletti catarifrangenti e poi, per la forza dell’impatto, si è ribaltata più volte, finendo nel fazzoletto d’erba che delimita il vigneto. Il cupolino divelto, il manubrio spezzato, la carena graffiata, erba e fango nelle pedaline e nelle marmitta. Trenta metri prima, sotto il lampione che illumina la pista ciclabile, è rimasto il corpo esanime del giovanissimo.
I soccorsi
Sono stati gli altri automobilisti di passaggio, che hanno assistito alla scena, ad allertare i soccorsi. Sul posto sono arrivate le pattuglie dei carabinieri di Passirano e Gussago, che sono stati i primi a provare a praticare le manovre di rianimazione. In pochi minuti sono arrivati anche medici e infermieri di Areu oltre al team dell’elisoccorso. Il ragazzo era già in arresto cardiaco. Sulla strada si è provato a far ripartire il suo cuore con il defibrillatore, e appena le condizioni lo hanno consentito è stato disposto il trasferimento in codice rosso all’ospedale Civile dove purtroppo Francesco Cardillo è spirato attorno alle 18. Il destino però aveva in serbo un altro schiaffo per questa famiglia. Il giovanissimo motociclista aveva infatti una app collegata al telefono e alla moto che ha segnalato in tempo reale una manovra anomala. La madre del ragazzo, da Monticelli, ha impiegato pochissimi minuti ad arrivare a Passirano e ha assistito, impotente e disperata, alle operazioni di rianimazione del figlio, prima di seguirlo in ospedale dove purtroppo è stato constatato il decesso.
Lo sgomento
Anche ore dopo, i testimoni rimasti sulla strada avevano le lacrime agli occhi. Nessuno parlava, neppure i carabinieri impegnati nei rilievi. Una coppia di vicini di casa della famiglia Cardillo è arrivata da Monticelli, «dobbiamo raccogliere i suoi effetti personali». Prendono lo zaino, la borraccia, il casco, la giacca da motociclista. Poi ripartono verso casa, carichi di una speranza presto delusa. La notizia del lutto si è presto diffusa a Monticelli dove la famiglia vive e a Gussago dove il papà di Francesco lavora come geometra in Comune. Con i genitori Francesco condivideva la passione per le due ruote come pure quella per la musica: in particolare il 19enne amava suonare il violino.
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