CronacaGarda

Discarica Castella 2: il tribunale dice no al maxi risarcimento

Francesca Zani
Per i giudici, Garda Uno non ha diritto ai danni da parte del Comune per l’impianto non nato
L’area in cui Garda Uno avrebbe voluto realizzare la discarica a Rezzato - © www.giornaledibrescia.it
L’area in cui Garda Uno avrebbe voluto realizzare la discarica a Rezzato - © www.giornaledibrescia.it
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Il tribunale di Brescia ha respinto la richiesta di maxi risarcimento danni, pari a 47.040.022 milioni di euro, chiesti all’inizio del 2021 dalla multiutility Garda Uno Spa di Padenghe, al Comune di Rezzato, per la mancata realizzazione della discarica Castella 2, che avrebbe dovuto sorgere nell’Ateg25 sul suolo rezzatese, al confine con il quartiere Buffalora di Brescia e con i comuni di Castenedolo e Borgosatollo. La richiesta di risarcimento era arrivata subito dopo la bocciatura di quel progetto da parte del Consiglio di stato, nell’autunno del 2020.

La vicenda

Ma andiamo ai fatti. La richiesta di risarcimento si rifaceva ai primissimi passi di un progetto - allora in fase embrionale - per la realizzazione di un impianto di smaltimento di rifiuti non pericolosi, datata 2007: secondo Garda Uno, essa avrebbe avuto l’approvazione, sotto forma di una «lettera d’intenti» dell’Amministrazione comunale del tempo, guidata da Enrico Danesi, per cui la società si era sentita autorizzata a procedere con il progetto.

Nulla di più errato, secondo la sentenza del tribunale, «poiché - vi si legge - già nel 2008, esattamente il 14 ottobre, Danesi scriveva alla società di non voler più dar seguito a quella dichiarazione». Un recesso, al quale la società, a quanto pare, non aveva dato peso, presentando il progetto nella sua definizione nel 2011, incassando però, nel 2016, il primo «no» dalla Regione Lombardia, all’epoca competente a decidere sulla fattibilità dell’impianto, che - ricordiamo - prevedeva il conferimento di ben 1.890.000 mc di rifiuti non pericolosi in 8 anni.

Il progetto

A seguito di questo, la società presentava un nuovo progetto - quello appunto della Castella 2 - ridimensionando la volumetria in 905mila metri cubi e spostando leggermente anche la posizione, pur rimanendo sempre nell’Ateg25 e accogliendo le valutazioni che avevano impedito l’approvazione del primo.

Nell’autunno del 2020, anche per questo secondo progetto era arrivato lo stop definitivo, questa volta dal Consiglio di stato, al quale il Comune di Rezzato con i comuni confinanti di Brescia, Castenedolo e Borgosatollo avevano fatto ricorso per bloccarlo. Da qui la maxi richiesta di danni, che il tribunale ha rigettato, poiché - si legge fra l’altro nella sentenza - «del tutto indimostrati ed in definitiva, la domanda giudicata radicalmente infondata, sia in via preliminare che nel merito, con conseguente necessario e aggravio di spese».

Le conseguenze

La sentenza spazza definitivamente i dubbi sulle responsabilità dell’Amministrazione allora in carica, ma lascia aperto il capitolo del progetto Castella 3, identico al 2 e presentato all’inizio del 2021, che di recente è stato approvato dalla Provincia. Garda Uno non ha ritenuto di rilasciare alcuna dichiarazione in merito alla sentenza del Tribunale.

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