Dipendente arrestato a Verolanuova, la protesta davanti al tribunale

«Non vogliamo più lavorare con la paura». L’urlo, lanciato da oltre un centinaio di lavoratori, di sindacalisti dei Cobas e di attivisti del Magazzino 47 si è levato questa mattina davanti al tribunale di Brescia. Una protesta con il duplice obiettivo di difendere i diritti dei lavoratori e di esprimere solidarietà ad un dipendente della Sicpa di Verolanuova, arrestato ieri sera dai carabinieri con l’accusa di resistenza a pubblico ufficiale.
L’episodio
Ad accendere la scintilla è stata infatti la giornata di lunedì, quando i lavoratori dell’azienda addetta allo stoccaggio di merce organizzano un picchetto di protesta davanti alla sede dopo che alcuni dipendenti sono stati sospesi. Tra i manifestanti e le forze di polizia sono momenti di tensione, che raggiungono il loro apice quando i carabinieri della locale stazione smobilitano il picchetto. Nella concitazione cinque manifestanti restano feriti; tra questi anche Iman, che viene arrestato.
La protesta

Per i lavoratori è troppo. Così la protesta si sposta davanti al Palagiustizia, dove è in corso il processo per direttissima. «Non è uno spacciatore, non è un criminale. È un lavoratore, un padre di famiglia, una brava persona», dicono i colleghi. E poi l’appello: per venerdì 3 ottobre è stato convocato dai Cobas un nuovo sciopero generale: «Ci saremo davanti ai cancelli, nelle piazze, davanti ai tribunali, davanti alle questure». Infine, riferendosi alla polizia: «Abbiamo fatto gli schiavi per troppo tempo. Noi lavoratori immigrati siamo sotto ricatto, perché chi ci rinnova il permesso di soggiorno per vivere e lavorare è ora qui a schedarci e potrà dovrà valutare proprio i nostri documenti».
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
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