Il diario di Gritti diventa memoria: Brescia ricorda la strage del ’76

«La memoria è un atto di resistenza; è scegliere di non piegarsi alla violenza. Io vi chiedo di non dimenticare e questo significa agire, creare un mondo in cui la diversità non sia una minaccia ma una ricchezza. Non abbiate paura di schierarvi dalla parte giusta... Siate luce, siate memoria, siate futuro».
Sono le parole di Bianca Gritti Daller, vittima della strage del 16 dicembre 1976 in piazza Arnaldo, rivolte ai giovani. Gritti Daller è stata uccisa da una bomba che solo grazie all’intervento di due carabinieri – gli uomini allontanarono i passanti, rimanendo gravemente feriti insieme ad altre persone, scampate però alla morte – non è riuscita a stroncare altre vite.
Le parole della professoressa morta per l’esplosione hanno preso forma e anima grazie all’interpretazione e alla voce di due studentesse dell’istituto Abba Ballini, Carolina Ottelli ed Elisabetta Pankvobska, che hanno rielaborato quanto scritto dalla vittima nel suo diario, pubblicato da Casa della memoria, con il titolo «Rapsodia familiare in tre tempi», in occasione del quarantesimo anniversario della strage di matrice neofascista, solo due anni dopo Piazza Loggia.

La cerimonia
Questa mattina, vicino al portico all’angolo con via Turati, si è celebrata la commemorazione del 49esimo anniversario, cui hanno partecipato – oltre agli studenti del laboratorio di teatro della scuola in cui la 61enne insegnava – le massime autorità civili, militari e religiose della città.
Dal vescovo Pierantonio Tremolada è arrivata una preghiera per Bianca Gritti Daller, con l’esortazione a che «la memoria perenne del suo sacrificio sia da sprone a contrastare ogni forma di violenza che ferisce la nostra convivenza civile». Il prefetto Andrea Polichetti ha invitato a «non lasciarsi accecare dall’odio; la democrazia si alimenta con il rispetto, il dialogo e la tolleranza».
Nel ricordare «una delle pagine più oscure della memoria della città», la sindaca Castelletti ha evidenziato che «la strategia della tensione non ha vinto; la società civile resiste e i valori democratici sono più saldi. Le parole di Bianca Gritti Daller rappresentano un monito e un patrimonio morale per le nuove generazioni».
Le due militati dell’Arma
Oltre alla vittima, il presidente della Provincia Emanuele Moraschini ha puntato l’attenzione sull’operato dei due militari dell’Arma, Giovanni Lai e Carmine Delli Bovi, che riuscirono ad evitare che le vittime di quegli 800 grammi di esplosivo nascosti in una pentola a pressione fossero molte di più.
«Un gesto eroico, che faceva parte del carattere di mio marito – ha detto a margine della cerimonia la vedova del brigadiere Lai, Doralice Morandi –. Lui rimase gravemente ferito ma si salvò e per me fu un miracolo».
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