Depuratore a Esenta: «Il progetto va fermato ora e per sempre»

La Federazione del Chiese alza la voce contro l’ipotesi del nuovo super depuratore a Esenta di Lonato, che scaricherebbe, ancora una volta, nelle acque del fiume. E lancia un messaggio chiaro: il progetto va fermato, ora e per sempre.
Lo ha ribadito ieri il presidente Gianluca Bordiga, durante una conferenza stampa convocata a Calcinato, vicino al punto dove l’impianto dovrebbe sorgere. «È un’opera che somiglia a uno tsunami – ha detto – tra interessi aziendali e sudditanze politiche. Noi non ci caschiamo: dietro l’ipotesi Esenta c’è ancora il fantasma di Gavardo-Montichiari, mai realmente cancellato».
Il ricorso
Quel progetto, già costato oltre 5 milioni di euro pubblici, approderà al Tar il 4 dicembre. Per la Federazione, il ricorso resta uno strumento indispensabile per non lasciare margini di manovra. «Se lo ritirassimo – ha spiegato Bordiga – ci troveremmo con le mani legate. Vogliamo che il tribunale metta la parola fine una volta per tutte». E se Esenta dovesse davvero prendere quota, la Federazione è pronta a replicare con una nuova azione legale.

Ma intanto, si prepara la mobilitazione: domenica 15 marzo 2026, proprio a Calcinato, è prevista una manifestazione unitaria, aperta a cittadini, amministrazioni e associazioni. «Niente simboli di partito – ha sottolineato Bordiga – ma una presenza larga, trasversale, decisa».
La Federazione vede schierati numerosi gruppi e comitati, tra cui il Comitato Cittadini di Calcinato. La sua presidente, Daria Giacomelli, rincara: «Il progetto su Esenta è tutt’altro che definito. Si parla di un impianto gigantesco, da 200mila abitanti equivalenti, con 80 chilometri di tubazioni. E se dovesse arenarsi, c’è sempre il rischio che rispunti Gavardo-Montichiari».
Un rischio che preoccupa anche i sindaci dell’asta del Chiese. La sindaca di Calcinato, Vincenza Corsini, ha confermato che le Amministrazioni stanno proseguendo con il loro percorso legale. «Il Tar dovrà valutare anche l’esistenza del nuovo progetto – ha detto – ma nessuno intende fare passi indietro».
C’è infine la questione del lago d’Idro, che secondo la Federazione rischia di diventare funzionale al sistema, con nuovi abbassamenti per garantire una portata d’acqua sufficiente al Chiese. «È un meccanismo perverso – ha concluso Bordiga –, che sposta i problemi da una parte all’altra, ma lascia intatte le logiche che li generano».
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