L’sms di Paola Cappa a un amico: «Mi sa che abbiamo incastrato Stasi»

Negli atti della nuova indagine della Procura di Pavia, secondo il settimanale Giallo, compare anche questo messaggio inviato dalla cugina di Chiara Poggi
Paola Cappa (a destra) con la gemella Stefania nel 2007 - Foto Ansa/Emmevi © www.giornaledibrescia.it
Paola Cappa (a destra) con la gemella Stefania nel 2007 - Foto Ansa/Emmevi © www.giornaledibrescia.it
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«Mi sa che abbiamo incastrato Stasi». Questo, secondo il settimanale Giallo, uno dei 280 messaggi agli atti della nuova indagine della Procura di Pavia sull’omicidio di Chiara Poggi, avvenuto nell’agosto 2007 a Garlasco, per il quale l’allora fidanzato Alberto Stasi ha quasi finito di espiare una condanna a 16 anni di reclusione. A inviarlo a un amico, a quanto riferisce il settimanale, è stata Paola Cappa, sorella gemella di Stefania, le cugine di Chiara mai indagate.

Il testimone e le ricerche

Una bicicletta che andava a zig-zag con in sella una ragazza con i capelli a caschetto biondi e in mano una sorta di asta di metallo, color canna da fumo, con un’estremità a forma di pigna. È quello che si legge nel verbale, ritrattato un’ora dopo averlo firmato, di Marco Demontis Muschitta, dipendente dell’Asm di Vigevano incaricato di controllare le centrali dell’acqua potabile, sentito il 27 settembre 2007 dall’allora pm Rosa Muscio nel corso delle prime indagini sull’omicidio. Quelle dichiarazioni, incrociate con le parole di un testimone sentito nella nuova indagine della Procura di Pavia in cui è indagato Andrea Sempio, hanno portato ieri a cercare l’arma del delitto, mai trovata, in un canale a Tromello, non molto lontano da Garlasco, nei pressi della casa dove viveva la nonna di Paola e Stefania: lì sono stati rinvenuti una serie di oggetti anche di metallo, tra cui un martello che è ora al vaglio di inquirenti e investigatori. Martello che, al momento, non si sa se sia a coda di rondine e con il manico di legno, come quello che era sparito a casa dei Poggi.

Il racconto

Il canale di Tromello dove si sono svolte le ricerche - Foto Ansa/Fabrizio Cassinelli © www.giornaledibrescia.it
Il canale di Tromello dove si sono svolte le ricerche - Foto Ansa/Fabrizio Cassinelli © www.giornaledibrescia.it

Ritornando a Muschitta, quasi 18 anni fa aveva detto che la mattina dell’omicidio, mentre si trovava a Garlasco, «percorrendo via Pavia, la mia attenzione è stata attirata da una bicicletta che ho visto uscire da una via laterale a sinistra rispetto al mio senso di marcia. Non so indicare con precisione se questa via laterale fosse via Pascoli (dove si trova la villa dei Poggi, ndr) o un’altra. Non so indicare se potesse essere quella immediatamente prima o quella immediatamente dopo o un’altra ancora. Questa bicicletta mi ha colpito perché non c’era nessun altro veicolo a quanto mi ricordo, perché non procedeva regolarmente ma andava leggermente a zig zag, come se il conducente avesse qualcosa di ingombrante nella mano destra. A questo punto – prosegue il verbale – ho guardato con attenzione e ho visto che a bordo di questa bicicletta, c’era una ragazza con i capelli biondi a caschetto, con gli occhiali da sole mascherina scuri come quelli che vanno di moda adesso».

La descrizione

«Questa ragazza aveva delle scarpe bianche con una stella blu. Non ho visto le gambe della ragazza e quindi aveva sicuramente un pantalone lungo, di cui non ricordo il colore. Non ricordo neppure se indossasse una maglietta o altro e il colore della stessa. Invece ho notato che aveva nella mano destra un piedistallo tipo da camino grigio-canna di fucile con in testa tipo una pigna. Preciso che la ragazza teneva il manubrio con tutte e due le mani ma con la destra impugnava sia il manubrio» che «questo oggetto (...). Giuro che ho visto questa ragazza che impugnava con la mano destra l’oggetto che ho descritto».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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