Garlasco, oltre all’impronta di Sempio trovate altre 6 ancora ignote

Sulle due pareti del muro della scala all’interno della casa di Chiara Poggi, dove in fondo è stato trovato il suo cadavere il 13 agosto 2007, oltre all'ormai nota impronta 33 attribuita ad Andrea Sempio, che corrispondeva per 15 punti di contatto, c’erano altre sei tracce «palmari» mai identificate.
Gli esperti, nominati dalla Procura di Pavia, hanno cercato di rianalizzarle cercando di associarle a un'identità: ma senza riuscirvi. Sono infatti state ritenute tutte «comparabili», anche se non utili per una identificazione: con un lavoro di «esclusione» che è stato realizzato su tutti e 27 i frammenti si è concluso che quelle sei impronte non sono però di Sempio, di Alberto Stasi, né dei familiari della 26enne, né di Stefania Cappa, né degli amici del fratello della vittima Marco Poggi, Alessandro Biasibetti, Roberto Freddi e Mattia Capra.
La consulenza
È un altro degli elementi che emerge dalla consulenza, redatta da Gianpaolo Iuliano e Nicola Caprioli, rispettivamente esperto del Ris dei carabinieri e dattiloscopista forense. I due consulenti non hanno potuto neanche attribuire un nome alle tracce «digitali» trovate sulla superficie esterna ed interna del portone di ingresso della villetta, cinque in tutto ancora da identificare. Anche queste ritenute «comparabili», ma non utili per una identificazione e che hanno portato ad escludere, comunque, «match» con Sempio, Stasi e tutti gli altri nomi considerati, da Stefania Cappa agli amici di Marco Poggi.
Tra queste pure quella su cui si concentra dal 2020 l'attenzione degli investigatori, ossia la numero 10 repertata sulla «superficie interna del portone di ingresso sull'anta mobile». L'impronta di una presunta «mano sporca», su cui all'epoca non venne fatta «alcuna indagine biologica» per accertare se ci fosse sangue. Accertamenti genetici su questa, però, saranno effettuati nell'ambito del maxi incidente probatorio, attraverso i «paradesivi» delle tracce dattiloscopiche recuperati dai carabinieri del Nucleo investigativo di Milano.
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