Dati rubati: indagati un imprenditore e un hacker di Brescia

In quello che la Procura di Milano ha definito «un gigantesco mercato di informazioni riservate» spuntano anche nomi bresciani.

Tra indagati e vittime nell’ambito di un’inchiesta che ha scoperchiato l’ennesimo caso di spionaggio-dossieraggio degli ultimi tempi. E la domanda che torna in primo piano – come nella vicenda dell’hacker pugliese che ha sottratto migliaia di file dai computer di magistrati di mezza Italia tra cui una pm di Brescia – è sempre la stessa. Come vengono utilizzate e soprattutto dove finiscono le informazioni rubate dalle banche dati nazionali?

Gli atti dell’indagine

In attesa di una risposta, emergono nomi bresciani dagli atti dell’indagine milanese che, per reati che vanno a vario titolo da accesso abusivo a sistemi informatici fino alla corruzione, ha fatto scattare la misura cautelare nei confronti di sei persone tra cui l’ex superpoliziotto che risolse il caso Gucci Carmine Gallo, oggi in pensione, finito ai domiciliari.

Sono complessivamente 51 gli indagati – tra cui i vip Leonardo Maria Del Vecchio e Matteo e Fabio Arpe – come emerge dalle 518 pagine di ordinanza di custodia cautelare che ha portato agli arresti domiciliari oltre a Gallo, anche Nunzio Samuele Calamucci, Giulio Cornelli e Massimiliano Camponovo, e alla misura cautelare della sospensione dell’esercizio del pubblico ufficio di Giuliano Schiano, finanziere in forza alla Direzione investigativa antimafia a Lecce e di Marco Malerba, poliziotto al commissariato di Rho-Pero, nel milanese.

I profili spiati e gli indagati

Il procuratore di Milano Viola con gli inquirenti - Foto Ansa © www.giornaledibrescia.it

Tra i profili spiati – in un elenco che contempla tra gli altri il Capo dello Stato Sergio Mattarella grazie ad un indirizzo mail «bucato» dagli hacker, il presidente del Milan ed ex numero uno Eni Paolo Scaroni, il cantante Alex Britti – c’è infatti quello del bresciano Giovanni Gorno Tempini, dirigente d’azienda, ex presidente di Fiera Milano e attualmente a capo di Cassa Depositi e prestiti.

Secondo gli inquirenti il gruppo che ruotava attorno alla società Equalize di Milano si sarebbe «abusivamente introdotti nei telefoni e nei computer» di Gorno, attraverso dei trojan. E tra chi installava i sistemi di spionaggio e gestiva le informazioni rubate, c’era pure un 36enne di Rodengo Saiano indagato a piede libero.

L’hacker

Esperto di cyber security, per i pm di Milano aveva un ruolo di primo piano. «Da tecnico informatico partecipava all’associazione quale addetto alle intercettazioni telematiche abusive, pure mediante inoculazione dei captatori informatici trojan» viene ricostruito nelle carte dell’inchiesta. «Prendeva inoltre parte al sodalizio come addetto all’esfiltrazione e gestione abusiva dei dati estrapolati dalle banche dati strategiche nazionali protette da misure di sicurezza».

I dati rubati poi finivano, anche per mano dell’hacker bresciano, in report che venivano venduti. C’è la firma del 36enne di Rodengo anche sul software di monitoraggio chiamato «Teramind» configurato per superare i sistemi di sicurezza e raccogliere informazioni sensibili.

L’imprenditore

Tra le persone finite sotto indagine c’è anche un imprenditore della Bassa, 67 anni, accusato di aver richiesto accessi abusivi a sistemi informatici protetti, in particolare contenuti nella Banca dati Sdi del Ministero dell’Interno e alla Banca dati Punto Fisco dell’Agenzia delle Entrate. E l’obiettivo di spionaggio del bresciano erano parenti stretti oltre che l’azienda di famiglia.

«Sono stati acquisiti dati coperti da segreto d’ufficio» si legge dagli atti. L’imprenditore della Bassa viene ritenuto il committente dell’operazione illecita avvenuta tra la Puglia e Milano. Tre gli accessi abusivi: il 26 ottobre 2022, il 28 dicembre dello stesso anno e poi il 15 marzo 2023. L’imprenditore bresciano «commissionava a Gallo l’acquisizione delle informazioni. Gallo chiedeva a Calamucci di incaricare Cornelli di estrapolare i dati stessi per il tramite di Schiano». Come abbia utilizzato le informazioni l’imprenditore della Bassa resta al momento un mistero.