Da Sinner ai neofiti, come ridurre il rischio di farsi male sciando

Il maestro Mario Tanghetti: «Servono preparazione atletica, rispetto e i materiali giusti»
Sciatori in Maniva in una delle scorse stagioni - © www.giornaledibrescia.it
Sciatori in Maniva in una delle scorse stagioni - © www.giornaledibrescia.it
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La foto sugli sci di Jannik Sinner durante le vacanze di Natale ha fatto il giro del web scatenando non poche polemiche. Tanto che l’ex tennista azzurro Corrado Barazzutti ha subito sentenziato: «Fosse stato con me lo avrei sconsigliato». Ma quanto è davvero alto il rischio di farsi male sulle piste? Certamente il buon senso e la prudenza giocano un ruolo fondamentale perché «lo sci non è uno sport da prendere alla leggera».

Parola di Mario Tanghetti, che di esperienza ne ha da vendere. Il direttore della storica scuola Tre Valli del Maniva lancia un monito che vale non solo per il campionissimo della racchetta, ma per tutti coloro che vogliono concedersi un po’ di sano divertimento sui pendii innevati.

In questi giorni, peraltro, si stanno moltiplicando infortuni e interventi di soccorso un po’ su tutto l’arco alpino: «Non è certo un caso, dal momento che tra Natale e Capodanno le stazioni sono ovunque piuttosto affollate - spiega -. La presenza massiccia di sciatori richiede un plus di attenzioni». Proprio come al Maniva, dove al momento è aperta una sola pista, sulla quale si concentrano tutti: gli esperti e i principianti, i grandi e i piccini. La parola d’ordine è «rispetto», perché in queste condizioni «non si può pensare di fare curve troppo ampie o di scendere a settanta chilometri all’ora. Immaginiamo che cosa può succedere se si travolge un bambino. Si rischia davvero di fargli e di farsi molto male».

Un’insidia di cui tenere conto è poi rappresentata dalla neve artificiale, sempre più utilizzata per via del cambiamento climatico: «È molto più dura rispetto a quella naturale, e dopo due o tre ore che si scia si possono formare placche di ghiaccio. Il pericolo quindi di una caduta aumenta».

Un occhio di riguardo va poi dato agli sci che si mettono ai piedi: «Devono essere adeguatamente preparati, in particolare le lamine devono "tenere", specie quando si affronta un pendio ghiacciato».

Non meno fondamentale è la preparazione individuale: «Non pochi principianti si buttano in pista per seguire amici o fidanzati, facendo cose al di sopra delle proprie capacità. E i ragazzi in particolare talvolta non riescono a vedere il pericolo e finiscono per cacciarsi nei guai. Soprattutto all’inizio è opportuno prendere qualche ora di lezione. E per tutti è importantissima una preparazione atletica di base. In fondo basterebbe poco per evitare infortuni e problemi in pista».

Raccomandazioni

Infortuni e problemi purtroppo però continuano a verificarsi. Tanto che la Società italiana di ortopedia e traumatologia (Siot) ha lanciato un decalogo con le proprie raccomandazioni: utilizzare dispositivi di sicurezza (casco, paraschiena, guanti protettivi); avere un’adeguata preparazione fisica (meglio se mirata); fare riscaldamento prima delle discese (lo stretching aiuta le articolazioni); valutare condizioni meteo e della neve (soprattutto la presenza di ghiaccio); non sottovalutare i dolori; ascoltare il proprio corpo; fare attenzione alla velocità e al sovraffollamento; usare attrezzatura adeguata (sci e snowboard ben manutenuti e adatti alla persona); rispettare le regole delle piste (segnaletica, distanze, limiti); non sciare dopo aver bevuto alcolici o ingerito pasti pesanti (che limitano l’attenzione).

«Se si rispettano queste regole sci e snowboard sono sport molto divertenti e adatti anche ai bambini», sottolinea il presidente dalla Siot Pietro Simone Randelli, che dirige anche la Prima clinica ortopedica dell’Università di Milano. «Spesso, però, salgono sugli sci persone fuori allenamento, candidati ideali a farsi male. Allenare i muscoli e fare sport è fondamentale per arrivare preparati in montagna».

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