Corridoio Lobito, l’Africa punta sulla ferrovia

Diversi Paesi stanno investendo nella realizzazione della linea che consentirebbe di raggiungere più agevolmente una provincia dello Zambia ricca di terre rare
Uno dei treni in viaggio alla stazione di Lobito, in Angola
Uno dei treni in viaggio alla stazione di Lobito, in Angola
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In Africa ci si sposta poco in treno, più con pullman o taxi collettivi. È l’eredità dell’epoca coloniale. La suddivisione del territorio fra potenze straniere ha di fatto penalizzato le infrastrutture: il 90% di quelle realizzate è stato pensato per la movimentazione di merci e materie prime, non per lo spostamento delle persone. Così il terzo continente per estensione si ritrova con appena 82mila chilometri di rete ferroviaria (nell’Ue sono 209mila), e con sole otto linee ferroviarie transnazionali.

Si comprende meglio allora l’interesse nei confronti del progetto Corridoio Lobito – dal nome del porto dell’Angola – che, con una partnership tra pubblico e privato, mira a realizzare la più grande infrastruttura dell’Africa sub-sahariana. Si tratta di ripristinare e modernizzare i 1.300 chilometri di ferrovia, costruita all’inizio del XX secolo, che collegano il porto con i bacini minerari della «Copperbelt» africana (ricca di giacimenti di rame), tra il sud della Repubblica Democratica del Congo (Katanga) e il nord dello Zambia. Ingenti investimenti hanno cominciato ad arrivare già dal 2015, inizialmente cinesi, più recentemente, europei e americani. Lo stesso porto è stato ampliato per gestire un volume crescente di affari.

I Paesi interessati dalla ferrovia sono anche leader nella produzione di cobalto, manganese e terre rare, minerali importanti per il funzionamento dei nostri cellulari e computer.

Lobito è molto più vicino di altri porti come Dar es Salaam in Tanzania, o Beira in Mozambico, e il viaggio in treno dura pochi giorni. Una comodità anche per gli spostamenti delle persone. Giunte al porto, le merci vengono imbarcate: possono solcare l’Atlantico per dirigersi verso l’America o prendere la via del nord verso l’Europa.

Stati Uniti e Cina

Il presidente Biden durante la visita in Angola - Foto Ansa © www.giornaledibrescia.it
Il presidente Biden durante la visita in Angola - Foto Ansa © www.giornaledibrescia.it

La strategia Usa è spostare il baricentro dei metalli preziosi verso l’Occidente. La partita si gioca con la Cina, la cui presenza in Africa è capillare. Anche nella stessa Angola, che però comincia a guardare agli Stati Uniti, anche per una questione di sicurezza. Non dimentichiamo che la Repubblica Democratica del Congo resta un Paese fortemente instabile. L’estrema ricchezza del suo sottosuolo suscita appetiti i più svariati. D’altra parte, la Cina molto insiste sulle coste del Corno d’Africa, da dove diventa più veloce raggiungere le proprie strutture portuali, e quindi tiene lo sguardo più rivolto a Oriente. Un esempio è la ferrovia che collega Addis Abeba, in Etiopia, al porto di Doraleh a Gibuti. Non solo. La Cina, a settembre, ha siglato un accordo con Tanzania e Zambia, per ristrutturare la ferrovia inaugurata nel 1975. Tazara, lunga 1.860 chilometri, congiunge i due Paesi, dalla città zambiana di Kapiri Mposhi al porto tanzaniano di Dar es Salaam, attualmente in 36 ore.

All’America piacerebbe tanto estromettere la rivale asiatica. Non stupisce dunque che, dopo decenni nei quali l’Amministrazione americana non ha investito in infrastrutture africane, il presidente Biden, partecipando il 4 dicembre al vertice sul Corridoio di Lobito tenutosi nella capitale angolana Luanda, abbia annunciato un nuovo finanziamento di 600 milioni di dollari, per progetti infrastrutturali collegati che, in aggiunta a uno precedente, porta l’investimento statunitense a quattro miliardi di dollari. Resta da vedere come si muoverà Trump.

Anche l’Italia partecipa al progetto con 320 milioni di dollari, nell’ambito del Piano Mattei. A gestire la ferrovia con concessione trentennale, dallo scorso gennaio è il consorzio Lobito Atlantic Railway (LAR), composto da Trafigura, leader di mercato nel settore delle materie prime a livello mondiale; Mota-Engil, società internazionale leader nella costruzione e gestione delle infrastrutture; Vecturis SA, operatore ferroviario indipendente.

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