Cooperazione ed educazione: «Ripartire dal locale per guardare lontano»

La radice indoeuropea di pace è pak/pag: indica un patto, un accordo voluto, proprio come una pagina che va pensata e poi scritta. Ed è una pagina di pace quella che la Fondazione Giuseppe Tovini ha voluto raccontare ieri, in occasione della presentazione del volume «Service learning e cooperazione interculturale. Educare alla cittadinanza globale» curato da Francesco Castelli e Domenico Simeone, frutto del lavoro delle Cattedre Unesco dell’Università di Brescia e dell’Università Cattolica, della Fondazione Tovini e di diverse realtà del Terzo settore.
L’incontro, accompagnato da una mostra fotografica allestita dai giovani rientrati dalla Tanzania e inserito all’interno del palinsesto del Festival della Pace del Comune di Brescia, ha riunito studiosi, volontari e realtà del Terzo settore attive nella cooperazione internazionale.
«Proviamo a ripartire dal locale per guardare più lontano – ha detto Michele Bonetti, presidente della Fondazione Tovini –.L’Europa è la nostra casa comune e il punto da cui aprirsi al mondo anche attraverso l’educazione: le esperienze in Tanzania e il service learning illuminano occhi, coscienze e animi».
La testimonianza
Nell’atrio della sede una mostra fotografica ha accompagnato il racconto dei giovani rientrati dalla Tanzania, dove l’ets della Fondazione opera da anni.
Don Roberto Ferranti, assistente spirituale della Famiglia universitaria Bevilacqua Rinaldini e coordinatore dell’area pastorale per la mondialità della Diocesi di Brescia, ha ricordato che «la cooperazione autentica nasce sempre dall’incontro: è lì che si allarga lo sguardo e si impara a riconoscere l’altro come un dono».
Le testimonianze dei ragazzi hanno poi portato al centro la concretezza di quel patto. Davide Landanesi, 26 anni, ha raccontato l’impatto del tirocinio nel villaggio di Kilolo: dalla convivenza di gruppo alle lezioni di inglese nelle scuole primarie, tra colori, numeri e partite di calcio cinquanta contro cinquanta. «È stata una palestra di vita - ha raccontato -. Ho imparato cose che l’università non ti insegna».
Per Lorenzo Pietro Zani, 28 anni, l’esperienza è stata soprattutto un cambio di sguardo: lezioni più strutturate nelle scuole secondarie, attività ludiche con i più piccoli, e la scoperta di una quotidianità semplice ma intensa. «Ho riscoperto la bellezza delle piccole cose - sono state le sue parole -. Mi ha fatto capire che questo è il lavoro che voglio fare».
La direttrice dell’Alta scuola per l’Ambiente dell’Università Cattolica Alessandra Vischi ha infine ricordato come «parlare di pace significa riscoprire l’incontro con l’altro». Una riscoperta che ragazzi e ragazze partiti per la Tanzania grazie all’ets della Fondazione Tovini hanno potuto sperimentare a pieno in prima persona.
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