Cooperative: a Brescia una storia lunga 40 anni
I numeri, si sa, non raccontato tutto, ma possono comunque dire molto e soprattutto possono dare una mano per capire realtà ampie ed eterogenee. Tra queste rientra il mondo delle cooperative, che anche a Brescia coinvolge migliaia di enti e di associazioni, e di conseguenza tantissime persone – tra soci e occupati – impegnate in diverse aree.
I dati
All’incirca il 90% delle cooperative del territorio sono affiliate a Confcooperative, che è la maggior organizzazione di rappresentanza di questa tipologia di imprese e dunque quella che meglio di tutte può restituire uno spaccato preciso della situazione.
Secondo i dati 2023 di Confcooperative, nel Bresciano si contano 471 coop, divise in otto settori di appartenenza. Tra questi il più popolato è quello che fa riferimento alla solidarietà sociale e al no profit, nel quale ci sono 251 imprese (più del 53% del totale) che possono essere di tipo A (gestiscono servizi socio-sanitari ed educativi) o di tipo B (svolgono attività finalizzate all’inserimento lavorativo di persone «svantaggiate»).
Il settore lavoro, servizi e cultura include 96 cooperative, 50 fanno riferimento a quello agricolo, lattiero caseario zootecnico e pesca. E poi a scendere: 25 appartengono all’area habitat, 20 sono quelle sanitarie, 19 rientrano nell’ambito consumo, 7 sono le banche di credito cooperativo e 3 le realtà che si occupano di garanzia fidi. Numeri, questi, in calo rispetto al 2022, quando in totale le cooperative erano 488, ma la diminuzione si è dimostrata costante negli ultimi anni: le imprese affiliate a Confcooperative erano infatti 508 nel 2020 e 489 nel 2021.

Sul ribasso c’è però da fare una precisazione: da un lato ci sono infatti meno cooperative, dall’altro c’è una crescita a livello dimensionale, perché oltre il 20% di queste ha più di 100 dipendenti. «Negli anni abbiamo avuto una diminuzione delle affiliate, ma più per incorporazione che per chiusure reali - conferma il presidente Marco Menni -. Dobbiamo cercare di fare massa critica ed è evidente che a Brescia resiste una forte attività».
Solidarietà
Come detto, il sociale resta il settore principale per le cooperative del nostro territorio e quello che più di tutti ha caratterizzato la loro attività a Brescia. «È stata la culla di un pensiero che ha deciso di inserire, attraverso la cooperazione sociale, persone in difficoltà nel mondo del lavoro», sottolinea Menni ricordando poi: «La nostra città si è distinta quarant’anni fa con un patto tra il Comune e le cooperative, fortemente voluto dall’allora sindaco Trebeschi. Il 5 novembre festeggeremo l’anniversario di un’intuizione bresciana che è stata poi promossa in tutta Italia».
Il 17 ottobre del 1984 il Consiglio comunale di Brescia varò (con sette astenuti), infatti, un provvedimento per l’inserimento nel mondo del lavoro degli emarginati, che prevedeva tre anni di manutenzione del verde pubblico cittadino.
«Ricorderemo tutto questo non solo per fare memoria, ma per proiettarci nel futuro - precisa Menni -. Adesso sembra difficile fare matching tra la richiesta di lavoro e le persone in difficoltà o immigrate. Brescia da questo punto di vista è molto performante: quarant’anni fa abbiamo avviato un percorso che oggi si traduce in vera integrazione».
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