Morto in moto contro un’auto, il dolore di Calcinato per «Seba»

«Seba» non ce l’ha fatta. Il suo cuore forte e la sua giovane età non sono bastati a salvargli la vita. Troppo gravi le ferite riportate nell’incidente di domenica sera. Sebastiano Diego Socci è morto ieri mattina all’ospedale Civile di Brescia, dopo che le sue condizioni sono improvvisamente peggiorate, fino al drammatico epilogo. Il ragazzo aveva 17 anni.
L’episodio
L’incidente si è verificato domenica sera, erano da poco passate le 20.30. Sebastiano stava percorrendo via Stazione, a Ponte San Marco, in sella alla motocicletta, la sua amatissima Beta RR 125. A metà strada tra le scuole elementari e il cavalcavia vicino al cimitero, è andato a sbattere contro un’automobile che da una via laterale si stava immettendo sulla principale. L’urto è stato inevitabile.
Secondo le prime ricostruzioni, sembra che il conducente dell’utilitaria, una Ford Fiesta, non abbia notato il ragazzo sopraggiungere. In un primo momento le sue condizioni non sembravano così preoccupanti. I soccorsi, un’auto medica e un’ambulanza del Soccorso pubblico calcinatese, sono giunti in via Stazione in codice giallo. Una volta sul posto, però, che il giovane fosse ben più grave è risultato evidente. Al pronto soccorso dell’ospedale Civile Sebastiano è arrivato in codice rosso, ma la speranza non era ancora spenta.
C’era ottimismo, sembrava che il ragazzo nonostante i numerosi traumi riportati potesse farcela, ma ieri mattina all’improvviso si è ulteriormente aggravato e nulla è più servito per tenerlo aggrappato alla vita.
Il dolore
La notizia della sua morte è circolata velocemente in paese e fuori dai confini di Calcinato. Il ragazzo era il secondo dei quattro figli di Marta Cominelli e Daniele Socci, titolare di un’autoscuola in paese e consigliere comunale. Una famiglia numerosa e molto conosciuta, anche per la professione e l’attività politica del padre. Il 17enne frequentava l’istituto tecnico Cerebotani di Lonato, era in quarta.
Un passato da ciclista - proprio come ciclista si presentava lui stesso su Instagram -: aveva ottenuto brillanti risultati militando nelle giovanili nel gruppo della Feralpi Monteclarense. Amava le ruote: fossero di bicicletta, di motocicletta o di auto da corsa.
Lui, Sebastiano, era un «ragazzo bravo e buono». Pieno di amici, tante passioni, era un fratello per tanti giovanissimi come lui, ieri provati per l’accaduto.
«Ancora faccio fatica a crederci, le lacrime non smettono di scendermi - ha scritto un’amica -. Ti vorremo sempre bene. Adesso, quando alzeremo lo sguardo al cielo, sapremo che ci sarai tu a guardarci».
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