Con la gussaghese Greta la carta riprende vita tra scuole e mercatini
I lavori artigianali sono come vasi di Pandora: li apri e liberi un mondo di dettagli, legati a gesti meccanici che affondano le loro radici nel tempo, creatività, pazienza e segreti del mestiere. Greta Gozio si fa strada in quelli della produzione di carta riciclata con curiosità e sensibilità: tra petali di fiori, pigmenti in polvere, telai e sovratelai, resti di fili, macchie di colore, trame del tessuto che si trasferiscono sul foglio. E, sorridente, rivela che lei di segreti artigiani non ne vuole tenere: per lei quello che fa è prima di tutto qualcosa da condividere e da insegnare.
Primi passi
Il viaggio di Raw Paper Studio e di Greta – gussaghese, classe 1999 – ha preso il via nel 2019 a Campo Tres, in Val Paghera. Undici casette di legno, nessun tipo di connessione a Internet, due settimane nella natura, e la necessità per Greta – finalmente animatrice dopo anni da ospite in quello che definisce senza esitazione il suo posto speciale – di trovare un laboratorio per intrattenere i bambini.
«Volevo qualcosa che tenesse occupata sia la loro testa sia le loro mani – ha iniziato il suo racconto –. Ho visto quanti scarti di carta e cartoncini producevano gli altri laboratori, e ho pensato "perché non usare questi per creare qualcosa di nuovo?"». Da completa autodidatta, «e senza connessione Internet per poter cercare un tutorial online» ha aggiunto, Greta ha quindi iniziato con i ragazzi il laboratorio di riciclaggio della carta.
Passione
Una nuova attività che ha appassionato loro e, in primis, lei. «Iniziare in un ambiente come quello è stato fondamentale: un’immersione totale e protetta nella quale ho potuto sperimentare e nel quale ho imparato tutta la chimica che sta dietro a questo lavoro». Da lì Greta ha poi dato il via alla sua passione: uno studio, «per ora nella cantina dei miei, ma che spero presto possa diventare qualcosa di più, dove possa produrre e vendere ciò che faccio», e una serie di workshop in giro per la provincia. «Abituata a insegnare ai bambini, all’inizio l’idea di avere a che fare con gli adulti un po’ mi spaventava: hanno più aspettative su di me e su di loro, ma ci ho preso la mano».
I laboratori

Scuole, eventi, mercatini, ospedali, il MoCa: tanti i luoghi dove Greta ha portato i suoi insegnamenti e la sua carta. «Il bello di questi laboratori? Che se sbagli puoi rimescolare tutto e rifare da capo. C’è sempre una grandissima paura di sbagliare, sia tra i grandi sia tra i piccoli. Durante i laboratori si crea tantissima energia: tutti si aiutano, e il gioco diventa un lavoro di squadra. Non esiste «il mio foglio», la carta viene stesa ad asciugare, o viene pressata, tutta insieme, e alla fine ci sono solo "i nostri fogli"».
Percorso
Oltre ai workshop, anche mercatini e lavori su commissione, anche come calligrafa, e collaborazioni come quella con SaraLab, grafica di Paderno con la quale ha realizzato alcuni progetti, il tutto con carta riciclata raccolta da scuole, amici e conoscenti. Negli anni Greta ha alternato studio e lavoro, in una montagna russa di momenti a tratti complessi. «Mentirei se dicessi che fare questo mi ha salvata. Ti salvano la terapia e la rete di persone che hai intorno, ma lavorare con le mani in quei momenti è stato utile».
Nella sua carta, resta traccia di tutto: i petali di fiori raccontano i lavori da una fiorista prima e in erboristeria poi, la voglia di aiutare gli altri negli studi che incomincerà a breve come tecnico della riabilitazione psichiatrica. «E intanto continuo a formarmi anche in questo campo: è assurdo, ma mancano le informazioni in italiano. Nel nostro paese siamo figli della cultura del segreto artigiano».
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