Comunità energetiche, con 32 poli in un anno Brescia eliminerebbe 1.288 tonnellate di CO2

Non c’è solo il risparmio (sempre gradito) in bolletta. La sfida delle Comunità energetiche (alias: Cer) è anche, se non soprattutto, ambientale e ha molto a che vedere sia con la sostenibilità (economica ed ecologica) sia con la salute.
Quanto a che vedere? Parecchio. Per capire meglio, ci vengono in aiuto le cifre: se Brescia attivasse 32 Cer, nell’arco di un solo anno, sarebbe in grado di ridurre le emissioni di gas serra in atmosfera per un valore pari a 1.288 tonnellate di CO2 equivalenti. Per capire ancora meglio, serve un esempio: i benefici sarebbero pari alla creazione di un bosco urbano composto da ben 42.830 alberi.
Lo studio
Questi numeri derivano da uno studio condotto all’interno del settore Urbanistica ed Energia guidato dall’assessora Michela Tiboni: la Loggia, mesi fa, ha cioè iniziato a mappare tutti i tetti degli edifici pubblici cittadini per capire quali siano adatti a supportare i pannelli solari e così da elaborare una stima del potenziale fotovoltaico che la macchina pubblica, attraverso le Cer, potrebbe produrre, utilizzare e donare.
Un lavoro approfondito, che ha scremato a 61 gli edifici su cui soffermarsi (inclusi i cimiteri): di questi, 48 sono risultati «interessanti», ma sedici sono stati poi esclusi per magagne tecniche. Ecco quindi la platea dei 32 che hanno raggiunto il traguardo dell’ultimo step e sui quali, in ogni caso, bisogna eseguire i sopralluoghi tecnici e strutturali.
Una curiosità: tra questi c’è anche la sede comunale di via Marconi, un polo risultato particolarmente energivoro, al punto che l’intera produzione da fonti rinnovabili sarebbe «mangiata» dall’autoconsumo. «Si tratta di una sfida importante da portare avanti - sottolinea l’assessora Michela Tiboni, alla regia della proposta -. Questa è un’analisi preliminare, sono state eseguite delle proiezioni prendendo in esame diversi poli in rete. È chiaro che però serve l’investimento di partenza e affrontarla questo percorso con il sostegno della Regione e dello Stato resta fondamentale per gli enti pubblici».
Pilota
Due, in particolare i focus. Il primo seleziona otto spazi (Villa Elisa, Arici Sega, Arvedi, deposito autobus, parcheggio di via D’Azeglio, scuole Marcolini e Rebuffone, palestra Mero). Questa sola Cer dirotterebbe sull’autoconsumo di queste otto strutture il 57% dell’energia prodotta generando un risparmio in bolletta di 139.648 euro l’anno. La vendita dei 473.645 kWh da immettere in rete (il 43% dell’energia prodotta) porterebbe inoltre potenzialmente 56.837 euro nelle casse pubbliche, mentre il saldo del beneficio ambientale sarebbe un taglio di 288 tonnellate di CO2 equivalenti (l’effetto positivo è pari alla piantumazione di 9.606 alberi).
Il secondo focus è a tutti gli effetti un progetto pilota. «Brescia lo ha individuato nelle Case del Sole - conferma Tiboni -. E se andasse in porto, l’operazione potrebbe rappresentare anche un’opportunità per capire come impostare questo tipo di gestione». Di cosa si tratta? Il progetto Comunità del Sole presentato al bando regionale (e risultato idoneo) da Comune e Aler punta ad arginare la povertà energetica aiutando le famiglie in difficoltà economica, ma per realizzarlo serve un budget di un milione e 400mila euro.
Le ragioni per le quali si è scelta la zona di via Milano sono due. In primis perché le case popolari del quartiere hanno problemi di insolvenza dei pagamenti per i servizi energetici, semplificando: le spese condominiali sono troppo alte e le famiglie troppo povere per potersele permettere. E, poi, perché c’è una consistente presenza di edifici pubblici. Le strutture coinvolte sono sette: oltre alle Case del Sole ci sono la sala di lettura di via Milano, le scuole di via Panigada (l’elementare Volta, la scuola dell’infanzia Fiumicello e il nido Il mondo del colore), l’elementare Divisione Acqui (Passo Gavia) e il complesso di uffici comunali in via Donegani. A queste, si aggiungerebbe l’energia prodotta da altre due strutture (già dotate, da progetto, di pannelli): il teatro Borsoni e il consultorio di via Milano 140. Così facendo si riuscirebbe a colmare il fabbisogno di energia anche delle case popolari del complesso Campo Fiera e la biblioteca Uau.
In cifre: si stima una produzione di energia pari a 438.894 chilowatt/ora. Secondo le proiezioni, sul totale dell’energia immessa in rete il 70% è destinato alla condivisione. Per intenderci, guardando ai costi delle bollette, il progetto «Comunità del Sole» consentirebbe un risparmio economico di 55.291 euro all’anno per l’autoconsumo diretto e una quota di incentivi pari a 20.111 euro all’anno sull’energia condivisa.
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