Colpi nelle gioiellerie in centro, «la banda è la stessa»

Dalla videosorveglianza emerge che il gruppo ha agito in via Corsetto Sant’Agata, in via X Giornate e anche a Desenzano
Il titolare della gioielleria Tomaselli a Brescia - Foto Gabriele Strada/Neg © www.giornaledibrescia.it
Il titolare della gioielleria Tomaselli a Brescia - Foto Gabriele Strada/Neg © www.giornaledibrescia.it
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Due colpi in due gioiellerie del centro città. A dicembre in via Corsetto Sant’Agata e la notte Faustino sotto i Portici. «Non solo lo stesso modus operandi e la medesima auto, ma anche gli stessi passamontagna e i tempi di pochi minuti per forzare le saracinesche, spezzare le blindature e ripulire le gioiellerie». Poi la convinzione: «Sono gli stessi ladri. Agiscono con efferatezza anche nel cuore di Brescia e se ne infischiano delle precauzioni. Sfrecciano a 250 all’ora e fanno perdere le loro tracce in un amen».

Zefferino Bracconi, titolare della gioielleria storica Tomaselli di Corsetto sant’Agata, derubata dalla gang dell’Audi RS3 il 6 dicembre scorso, non ha dubbi: «Sono ladri professionisti. Le immagini che avete pubblicato sono eloquenti. Hanno agito da noi come giovedì notte in via Dieci Giornate. La loro pare una sfida contro l’autorità. Agiscono e spariscono nella notte».

Le immagini delle telecamere di videosorveglianza - © www.giornaledibrescia.it
Le immagini delle telecamere di videosorveglianza - © www.giornaledibrescia.it

I collegamenti

Ma non solo: la stessa batteria di ladri sarebbe entrata in azione anche nell’agosto scorso a Desenzano a danno dell’oreficeria New Old di via Santa Maria. Bottino di 100mila euro. Allora la banda agì in quattro uomini, mentre in città erano in cinque. Stessa Audi RS3 da 400 e passa cavalli, capace di toccare i 300 all’ora (arriva a 100 km/h in 3,8 secondi...) con cui sfuggirono verso la A4 contromano ai carabinieri. L’altra sera in città sono fuggiti ad oltre 200 all’ora al Freccia Rossa alla Citroen C3 della vigilanza che li inseguiva, poco dopo il furto alla davanti al Vittoria. Il conducente è un vero pilota.

Un’auto presa presumibilmente all’estero (costo 54mila euro in Germania) con targhe rubate, priva di navigatore satellitare e chip, con una centralina rimappata, capace col suo 5 cilindri di toccare velocità da pista.

Le ipotesi

«Crediamo che agiscano con due auto: una che trasporta la refurtiva e una gli arnesi da scasso, tra cui il divaricatore idraulico capace di una spinta da 13 tonnellate a cui le blindature dei negozi non resistono» spiega uno dei gioiellieri toccati dai furti. Sotto i Portici da Real Royal hanno piegato e divelto la bussola blindata come fosse burro, agendo in una manciata di minuti e lasciando i lucchetti chiusi e strappati.

Dalle immagini restituite dalle telecamere emerge che la banda tra giovedì e venerdì è entrata in auto da via Trieste alle 3.19. È passata sotto il volto della farmacia (senza la solita fioriera a chiudere) e ha svoltato in via Dieci Giornate facendo scendere i banditi alla «Real Royal». Poi l’attacco e la fuga in pochi minuti, inseguiti dalla vigilanza che si trovava di pattuglia a un centinaio di metri. Nello stridio degli pneumatici la potente Audi ha guadagnato la via di fuga sino al Freccia Rossa, quando è letteralmente sparita.

«Ma l’agire di questi ladri mostra la loro professionalità: da me hanno rubato un armadio blindato con dentro fucili da caccia ereditati. Hanno abbandonato questa refurtiva pericolosa a Rezzato e la Questura me li ha restituiti. Lo stesso vale per le scatole dei gioielli. Alla fine cosa rischiano? Se li prendono qualche mese di carcere. Un rischio che giustifica il loro agire impunito con colpi da 100mila euro a botta. E a noi imprenditori - conclude Bracconi - non resta che la conta dei danni.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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